“Forlì e i suoi cittadini non meritano l’indecoroso spettacolo andato in scena giovedì 28 luglio nella parte conclusiva del Consiglio comunale. Dopo una discussione che si era svolta in tranquillità anche su temi rilevanti, si è arrivati alla trattazione di un argomento già affrontato nella precedente seduta del 13 dicembre 2021, nel corso della quale era stata approvata a maggioranza una minivariante urbanistica per consentire la realizzazione di impianti di cremazione di animali d’affezione in zona produttiva. Ora si trattava semplicemente di concludere l’iter di approvazione della delibera, prendendo in esame le 4 osservazioni nel frattempo presentate da soggetti privati. Tale atto essenzialmente amministrativo, ha tuttavia immediatamente assunto valenza politica per tre ragioni: due osservazioni erano state presentate dai consiglieri di maggioranza Biondi e Ceredi, un fatto piuttosto singolare che aveva generato una serie di questioni e problematiche di natura procedurale; nella discussione il Consigliere Biondi aveva preannunciato il proprio voto contrario; si registravano parecchie assenze tra i banchi della maggioranza e viceversa la presenza compatta dei consiglieri di minoranza, con la conseguente possibilità che la proposta della Giunta non venisse approvata” si legge in una nota del Partito Democratico e Forlì e Co.
“Questa è stata la miccia – continua – che ha dato luogo alla sconcertante serie di irregolarità e violazioni delle norme che tutelano l’ordinato svolgimento dei lavori consiliari, di cui si è resa responsabile la presidente del Consiglio Ascari Raccagni, ossia proprio colei che invece dovrebbe invece garantirne l’osservanza scrupolosa. In sintesi, ecco quanto accaduto, che chiunque può constatare visionando la registrazione in streaming della parte finale della seduta: in aperta violazione del Regolamento dei lavori del Consiglio, la Presidente ha consentito al consigliere Ceredi, che aveva presentato due emendamenti ritenuti non accoglibili dagli uffici comunali, di ritirarli a discussione già chiusa; non ha riconosciuto il diritto ad alcuni gruppi consiliari che l’avevano chiesto di effettuare la propria dichiarazione di voto sulla delibera; ha aperto la votazione sulla delibera nel caos generale e senza annunciarlo in maniera chiara e inequivocabile; ha proceduto alla espulsione (il regolamento parla di esclusione) del consigliere di minoranza Zanotti senza che egli avesse posto in essere i gravi comportamenti che, a termini di regolamento, possono motivare il ricorso a questa sanzione, di natura chiaramente eccezionale (tumulti, disordini, oltraggi, vie di fatto); pur in presenza del numero legale e di diversi argomenti di grande importanza ancora iscritti all’ordine del giorno (fra i quali due mozioni sulla situazione della sanità pubblica romagnola), ha chiuso anticipatamente la seduta del Consiglio in modo del tutto irrituale e senza dare spiegazioni“.
“Per l’ennesima volta nel corso di questa consiliatura, la Presidente Raccagni è quindi venuta meno al ruolo di garante super partes dei lavori del Consiglio che costituisce l’essenza della sua carica. E lo ha fatto attraverso lo stravolgimento talmente plateale delle regole preposte all’ordinato svolgimento dei lavori dell’assemblea da provocare l’interruzione di una seduta fra lo scompiglio e la confusione più totale. Soprattutto, quanto è accaduto ieri rappresenta un attacco di sconcertante gravità al corretto andamento democratico dei lavori dell’istituzione che tutti noi rappresentiamo, oltreché ai diritti delle minoranze. Per tali motivi, così come nell’immediatezza dell’accaduto siamo usciti dall’aula per protesta, non pensiamo di poterci limitare a questo gesto. Nei prossimi giorni valuteremo le opportune iniziative da intraprendere perché simili episodi non abbiano più a ripetersi e siano assicurati sino alla fine di questo mandato la dignità e il corretto funzionamento del Consiglio comunale di Forlì” conclude la nota dei gruppi consiliari Pd e Forlì e Co.