Fervono i preparativi per la 59° edizione del Palio di Santa Reparata a Terra del Sole 2022. Una manifestazione che tradizionalmente vive i suoi momenti principali nella disfida alla balestra da banco fra i Borghi Romano e Fiorentino, ma anche l’occasione per fare sfoggio di una tradizione sartoriale rievocativa che ha permesso nei decenni di portare in Piazza d’Arme un corteo storico di oltre duecento figuranti almeno.
Una sfilata che rappresenta un vero e proprio patrimonio di abiti e accessori confezionati fin dagli esordi dell’evento dalle sarte locali, esperte artigiane e ricamatrici ispirate dai primi ricercatori che approfondirono l’abbigliamento d’epoca in seno alle associazioni terrasolane.
In questo contesto l’edizione 2022 vedrà l’inaugurazione di un nuovo abito rappresentante una delle figure principali del corteo storico locale: il Commissario Granducale entrante, impersonato quest’anno dal neo Sindaco Francesco Billi che sfilerà in coppia con la moglie, com’era peraltro usanza antica.
Grande attesa, dunque, per il nuovo costume commissionato dall’Ente Palio, progettato dallo scenografo Gianluca Senzani e realizzato per l’occasione dalla bottega “La sartoria del borgo di Faenza”. L’abito rievocativo richiama con grande attenzione gli esemplari della fine del Cinquecento toscano indossati dalle autorità istituzionali di allora. In particolare per la sua creazione sono stati utilizzati cartamodelli storici ricavati da abiti esistenti, tra i quali quelli della famiglia de Medici custoditi alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze e altri conservati nella Chiesa di San Domenico Maggiore di Napoli.
Un approfondimento storico accurato nella scelta dei tessuti, della foggia e dei dettagli, come per l’inserimento della Croce dei Cavalieri di Santo Stefano ispirato all’araldica del secondo Commissario di Terra del Sole Cesare di Pandolfo Petrucci, in carica negli anni 1580 e 81, il cui stemma è conservato nelle filze dell’Archivio Storico Comunale. Altre ricerche iconografiche hanno riguardato ritratti antichi custoditi nei musei toscani, come quelli dell’artista Santi di Tito e della sua bottega, che raffigurano Senatori e Magistrati dello Stato Granducale, nonché la descrizione del “Primo Magistrato in Fiorenza” dell’opera di Cesare Vecellio sugli abiti risalenti agli anni novanta del Cinquecento, che ha suggerito l’abbinamento con una berretta detta “alla civile” per completare la figura in maniera filologicamente corretta.