“La carenza di medici ai Pronto Soccorso di Ravenna, Forlì e Rimini, solo per rimanere ai Comuni capoluogo, ma la situazione riguarda anche Lugo, ha acuito quest’estate un problema che chi governa da anni la sanità di Area Vasta Romagnola non è riuscito ancora a risolvere. Il monte ore complessivo garantito al personale medico al netto delle ferie non riesce a coprire le esigenze di turnazione nei vari presidi. Con il risultato che decine di persone in attesa di essere visitate sono state costrette a sopportare estenuanti ore di attesa. Non ci sono medici a sufficienza e quelli disponibili vanno dove le condizioni di vita sono migliori o dove sono pagati di più. Si prova a risolvere utilizzando medici a gettone o affidandosi a cooperative e privati. A Rimini gli amministratori comunali di sinistra cercano di mettere una “toppa” disincentivando l’utilizzo del Pronto soccorso. Ma vi pare giusto?”: a porre la domanda è Marta Farolfi, candidata per il centrodestra nel collegio uninominale al Senato di Forlì-Cesena e Rimini e candidata sempre al Senato, al proporzionale, nella lista di Fratelli d’Italia, nel collegio di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, dietro al senatore uscente Alberto Balboni.
“Le criticità ai Pronto Soccorso della Romagna sono l’esempio più lampante del fallimento delle politiche di gestione sanitaria tutta in capo alle giunte regionali di sinistra ed ai manager che sono stati sistemati nelle varie Asl dell’Emilia-Romagna. E purtroppo il problema non riguarda soltanto i Pronto Soccorso, ma anche le visite specialistiche (che si tratti di un esame diagnostico o di un’operazione) con interminabili liste d’attesa, la carenza dei medici di base soprattutto nei piccoli Comuni o nelle comunità collinari dell’intera Romagna e la carenza dei mezzi come le ambulanze o le auto medicalizzate. In queste criticità emergono chiaramente le conseguenze di anni e anni di tagli alla sanità pubblica e di gestione inadeguata a fronteggiare le nuove esigenze socio-sanitarie da parte della classe politica targata Pd e del management di nomina politica in Emilia-Romagna. È il fallimento di un partito che da decenni governa, ma sarebbe meglio dire sgoverna, la nostra regione”: aggiunge Marta Farolfi.
“Il Covid ha portato alla luce tutti questi disservizi e ci stupiscono le dichiarazioni di tanti politici e candidati della sinistra che dopo aver condiviso per anni le politiche dissennate dei tagli lineari in sanità (si pensi soltanto alle chiusure dei cosiddetti ‘piccoli ospedali’ e dei Punti nascita e Punti Cup periferici in tutta la regione, alla diminuzione dei posti letto anche nei nosocomi delle grandi città dell’Emilia-Romagna) oggi chiedono rinforzi al personale e auspicano aperture di nuovi ospedali. Non sono credibili!”: commenta la candidata di Fratelli d’Italia.
“Non lo sono tanto più adesso con Bonaccini che ha provveduto nel disinteresse generale a far varare una legge che introduce la figura del ‘direttore assistenziale’ per le varie Asl dell’Emilia-Romagna: un’infornata di nuovi dirigenti, con relativi staff di supporto, a elevato costo pubblico e minimo beneficio per la collettività. Noi crediamo, al contrario, che si debbano tagliare i costi degli apparati burocratici e dei livelli dirigenziali amministrativi che con la Regione guidata dal Pd ha raggiunto livelli elefantiaci”: propone Marta Farolfi.
“Noi chiediamo di rafforzare l’apparato medico-infermieristico ogni giorno in prima linea con professionalità e abnegazione a contatto con la popolazione. Chiediamo di potenziare – e ci batteremo in ogni sede – per implementare i servizi del 118, irrobustendo l’organico dei medici e tutelando maggiormente il personale infermieristico, così da ridurre le code nei Pronto Soccorso e recuperare le prestazioni sanitarie e le visite specialistiche arretrate. Sarà una delle nostre priorità al governo nazionale e nei territori”: conclude Farolfi.