C’è come una sfasatura fra l’anniversario delle forche di piazza Saffi, ormai quasi 80 anni fa, e questo balletto pre-elettorale, anche locale, un po’ triste, molto prevedibile, in ogni caso deludente. Sembriamo non due generazioni, ma due civiltà diverse: si parla sempre italiano, ma è come se le parole avessero un altro significato. La lapide in bronzo affissa al lampione è pura archeologia. Ma parla ancora, incredibilmente, con i suoi geroglifici a chi cerca di vivere, ogni giorno. Vivere però, non sopravvivere.
Roberto Balzani