Teatro Diego Fabbri, la stagione 2022/’23

Teatro Diego Fabbri

Altissima qualità, originalità, esclusività di proposte e inclusività di ogni linguaggio dello spettacolo dal vivo, accoglienza di tutti i pubblici: sono questi alcuni dei cardini imprescindibili su cui l’Amministrazione Comunale di Forlì e il Centro di Produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri hanno impostato e “costruito” la nuova, esuberante Stagione 2022/23 del Teatro Diego Fabbri, realizzata con il costante sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Con la sua qualificata, ampia e sorprendente proposta culturale, la nuova stagione teatrale del Diego Fabbri vuole affascinare, divertire, incuriosire, arricchire ed emozionare i pubblici di ogni età, con l’attrattiva di linguaggi eterogenei ed estrosi, in cui si intrecciano innovazione e tradizione, parole dell’oggi e della memoria culturale.

Da novembre ad aprile 2023, sul palcoscenico forlivese sfileranno importanti produzioni nazionali e protagonisti di primissimo piano, tanto numerosi quanto prestigiosi, delle scene e dello spettacolo italiano e non solo! Spettacoli che, in diversi casi, diventeranno “eventi” portati a Forlì dai principali e più importanti palcoscenici nazionali, elevando la città a “metropoli” dello spettacolo dal vivo. Una grande stagione da vivere e condividere, tra Artisti e pubblico, per un teatro che, giù dal palcoscenico, è anche luogo di incontro, di vita culturale e sociale comunitaria. La prima sorpresa che la nuova stagione riserva alla città sarà l’inaugurazione, martedì 13 settembre, della nuova sede della biglietteria diurna situata sul centrale Corso Diaz, dirimpetto all’entrata principale del Fabbri: “vetrina” luminosa e spazio moderno, dinamico e accogliente quanto il Teatro che rappresenta.

Entrando nel merito e nel dettaglio della stagione 2022/23, le sorprese continuano.
La prosa, di forte matrice contemporanea con preziose incursioni nel classico e per la quale prosegue la programmazione su tre turni – venerdì e sabato sera e la domenica pomeriggio -, presenta un cartellone di indiscusso prestigio, inaugurato da Gabriele Lavia con la “Prima” del nuovo allestimento de Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello. Seguiranno: Vincenzo Salemme con il suo nuovo spettacolo Napoletano? E famme ‘na pizza!, brillante commedia di sottile e irresistibile ironia tipicamente partenopea. Claudio Casadio porterà al Diego Fabbri L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi, intenso e originale spettacolo di graphic novel theatre scritto appositamente per lui da Francesco Niccolini, di struggente poesia e forza. Una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato in cui Casadio dà vita e volto a un personaggio indimenticabile, affrontando con grande sensibilità attoriale il tema della malattia mentale. Il tema del denaro, nell’Italia della seconda guerra mondiale, è al centro del lavoro di Armando Curcio A che servono questi quattrini, portato in scena da un cast corale capitanato da Giovanni Esposito e Valerio Santoro. Numeroso e affiatato è anche il cast di Se devi dire una bugia dilla grossa, storica commedia di Pietro Garinei riallestita da Luigi Russo, con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Paola Quattrini, Nini Salerno e Paola Barale.

Lunetta Savino è protagonista di La madre, intenso testo di Florian Zeller, in cui si indaga il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre, seguita da un’altra grandissima attrice dei palcoscenici italiani: Pamela Villoresi con Seagull Dreams. I sogni del gabbiano, uno spettacolo ispirato a Il gabbiano di Čechov, interpretato con Geoffrey Carey e firmato da Irina Brook, giovane drammaturga e regista, figlia di Peter Brook.

Tutti questi grandi artisti animeranno anche lo spazio del Ridotto con i tradizionali incontri col pubblico programmati nel secondo giorno di permanenza degli spettacoli in teatro.
L’intrattenimento comico, leggero ma mai superficiale, avrà per protagonisti Paolo Cevoli con il suo nuovo spettacolo Andavo ai 100 all’ora; la pluripremiata Carrozzeria Orfeo con lo spiazzante, dissacrante ed esilarante monologo Stupida Show di Gabriele Di Luca. Il giaguaro mi guarda storto è il curioso titolo del nuovo spettacolo di Teresa Mannino, cui faranno seguito i pazzi e scatenati attori-musicisti della Rimbamband con il divertente spettacolo Manicomic la cui regia è firmata da Gioele Dix.

Grandi nomi anche per il cartellone moderno, partendo da Ascanio Celestini che rende omaggio a Pier Paolo Pasolini in Museo Pasolini. Si prosegue con Marco Bocci in Lo zingaro, monologo emotivo ed appassionante in cui viene raccontata la storia di un pilota sconosciuto il cui destino è indissolubilmente legato a quello di un mito della Formula 1: Ayrton Senna. Giacomo Poretti e Daniela Cristofori sono autori e interpreti dello strepitoso inseguimento dialettico di una coppia di anziani coniugi in Funeral Home. Racconti disumani, tratto da Frank Kafka, segna l’incontro di due importanti artisti: Giorgio Pasotti che ne è interprete e Alessandro Gassmann nella veste di regista.
Silvio Orlando, accompagnato da musica dal vivo eseguita dall’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre, è infine interprete del commovente, delicato e attualissimo La vita davanti a sé, tratto dall’omonimo romanzo di Romain Gary recentemente riscoperto grazie anche alla riduzione cinematografica interpretata da Sophia Loren.

La contemporaneità è il fil rouge dell’ambizioso progetto Teatri d’Inverno, ampio progetto interamente dedicato alla nuovissima drammaturgia che Accademia Perduta/Romagna Teatri articola “in rete” sui teatri del suo intero territorio di attività ma che ha il suo “punto focale” a Forlì, al Teatro Il Piccolo, “casa madre” del Centro di Produzione romagnolo. Il cartellone – che sarà dettagliatamente presentato in separata e apposita sede – ospiterà alcune delle più rappresentative e interessanti istanze del “nuovo”, della drammaturgia più attuale e innovativa. Con protagonisti e autori quali Societas/Romeo Castellucci, Collettivo Lacorsa, Stivalaccio Teatro, Teatro delle Albe/Luigi Dadina, Roberto Mercadini, Filippo Nigro, Lodo Guenzi, Nicola Borghesi, la rassegna è legata, in una sorta di “cartello”, alla stagione del Diego Fabbri, consentendo ai suoi abbonati di partecipare alla proposta de Il Piccolo a prezzi di assoluta convenienza. Al pubblico dei bambini e delle famiglie il Teatro Diego Fabbri rivolge come sempre particolare attenzione proponendo, anche per la nuova stagione, il cartellone Family, realizzato in collaborazione con il Centro Famiglie della Romagna forlivese, con quattro matinée a ingresso gratuito, in occasione delle principali festività.

Riparte anche la danza, con tre importanti appuntamenti: il primo è il balletto del repertorio classico Lo schiaccianoci della Compagnia Almatanz con le coreografie di Luigi Martelletta, seguito dalla danza moderna di Spellbound Contemporary Ballet con Vivaldiana di Mauro Astolfi. Il terzo appuntamento del cartellone è il grande evento di Mamma mia!, il musical dei record che arriva a Forlì nell’allestimento italiano firmato da Massimo Romeo Piparo con le intramontabili musiche e canzoni degli Abba. In considerazione dell’eccezionalità dell’evento, Mamma mia! andrà in scena anche in una doppia replica (l’8 febbraio) fuori abbonamento, insieme ad altri, straordinari appuntamenti che contribuiscono a qualificare questa Stagione del Fabbri come una delle più prestigiose di sempre. Sul palcoscenico del Fabbri, il grande one man show del più acclamato trasformista al mondo Arturo Brachetti: Solo. The Legend of quick-change.

Questo ultimo lavoro è un vero e proprio as-Solo per uno degli artisti italiani più amati nel mondo che torna in scena con entusiasmo per regalare al pubblico il suo lavoro più completo, dove mescola reale e surreale, verità e finzione, magia e realtà come solo lui sa fare (17 gennaio). E ancora: il ritorno di Francesco Tesei, il più grande mentalista italiano, che presenterà nella sua città natale l’evoluzione del show Telepathy con cui evolve l’arte del mentalismo nel concetto di “telempatia” (11 marzo). Le sorprese non si fermano qui: sarà molto presto annunciato il concerto di un grande nome del panorama musicale e cantautorale italiano che il Teatro Diego Fabbri avrà l’onore di ospitare…

Prosa

Ad alzare il sipario sulla nuova stagione del Teatro Diego Fabbri sarà Gabriele Lavia, in veste di interprete e regista, con la “Prima” del ri-allestimento di Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello, un testo amarissimo, comico e crudele, specchio di una società “malata di menzogna”. Lavia interpreta Ciampa, umile scrivano che ricorre alla follia per mantenere la facciata di rispettabilità del suo infelice matrimonio. Ciampa rappresenta il primo dei grandi personaggi pirandelliani a prendersi un’amara rivincita sulle umiliazioni di un’intera vita (4 e 5 novembre ore 21, 6 novembre ore 16).

Vincenzo Salemme si interroga sulla sua Napoli nello spettacolo Napoletano? E famme ‘na pizza! Tutte le città vivono sulla propria pelle il peso degli stereotipi, ma Napoli più di ogni altra. E spesso sono i napoletani stessi a pretendere dai propri concittadini un’autenticità così ortodossa da rischiare l’integralismo culturale. Allora Salemme prova a capire, in chiave ironica, se sia un napoletano autentico o un traditore dei sacri usi e costumi della sua terra. Cominciando dalla confessione di un primo tradimento, una sorta di peccato originale che rischierebbe di intaccare la sua immagine: Salemme è napoletano o fa il napoletano? (18 e 19 novembre ore 21, 20 novembre ore 16).

Claudio Casadio è protagonista di L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi, spettacolo di graphic novel theatre scritto appositamente per lui da Francesco Niccolini e diretto da Giuseppe Marini, co-prodotto da Accademia Perduta e Società per Attori. 1982: l’Oreste è internato da trent’anni nel manicomio dell’Osservanza a Imola. Nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non riesce a liberarsi. Eppure, l’Oreste è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata, parla sempre. Parla con i dottori, con gli infermieri, con la sorella che di tanto in tanto va a trovarlo, ma soprattutto parla con l’Ermes, il suo compagno di stanza, uno schizofrenico convinto di essere un ufficiale aeronautico di un esercito straniero tenuto prigioniero in Italia. Peccato che l’Ermes non esista… Con un’animazione grafica di straordinaria potenza visiva e drammaturgica, realizzata dalle magnifiche illustrazioni di Andrea Bruno, Casadio dà vita a un personaggio indimenticabile, drammatico e tenero, a tratti comico, affrontando con grande sensibilità attoriale il tema della malattia mentale in un originale spettacolo che è anche una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato (2 e 3 dicembre ore 21, 4 dicembre ore 16).

Si prosegue con lo spettacolo A che servono questi quattrini di Armando Curcio portato in scena da un cast corale capitanato da Giovanni Esposito e Valerio Santoro. La vicenda ruota intorno al Marchese Parascandolo, detto il Professore, che, per dimostrare le sue teorie socratiche, bizzarre e controcorrente, ordisce un piano comicamente paradossale che svela l’inutilità del possesso del denaro. Benché calato nella realtà di due famiglie napoletane degli anni ’40, una poverissima l’altra in apparenza arricchita, il tema dell’inutilità del denaro riesce, sul filo del paradosso, a incuriosire, ad aprire nella fantasia strade alternative e a divertire (13 e 14 gennaio ore 21, 15 gennaio ore 16).

In omaggio a un grande uomo di teatro come Pietro Garinei, Gianluca Ramazzotti ha deciso di proporre una nuova edizione di Se devi dire una bugia dilla grossa, insieme ad altri grandi nomi dello spettacolo italiano come Antonio Catania, Paola Quattrini, Nini Salerno, Paola Barale. L’allestimento è ispirato a quello originale firmato dalla ditta G&G con il famoso girevole che rappresenta di volta in volta la Hall dell’Albergo e le due camere da letto, dove si svolge la vicenda ormai nota del Ministro del Governo De Mitri, che vorrebbe intrattenere relazioni extra coniugali con un membro femminile del governo dell’opposizione (27 e 28 gennaio ore 21, 29 gennaio ore 16).

L’appuntamento successivo è con Lunetta Savino, protagonista dell’intenso testo di Florian Zeller La madre – nuova co-produzione di Accademia Perduta/Romagna Teatri – in cui si indaga con acutezza il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. La partenza del figlio, ormai adulto, viene vissuta dalla donna come un tradimento, come abbandono del nido, a cui si aggiunge una decadenza dell’amore coniugale. Anna, la madre, è ossessionata da una realtà multipla, una sorta di multiverso della mente, in cui le realtà si sdoppiano creando un’illusione di autenticità costante in tutti i piani narrativi (3 e 4 marzo ore 21, 5 marzo ore 16)

Chiude il cartellone la meravigliosa Pamela Villoresi, co-protagonista con Geoffrey Carey di Segull Dreams. Il sogno del gabbiano, scritto e diretto da Irina Brook. Al centro dello spettacolo i temi e le atmosfere Il gabbiano checoviano, dalla malinconia per un’epoca che tramonta alla tensione verso qualcosa che deve ancora nascere. La regista porta avanti la sua intensa ed emozionate riflessione sul teatro, inteso come laboratorio dei sentimenti e della vita, per indicare una possibile direzione alle nuove generazioni (21 e 22 aprile ore 21, 23 aprile ore 16).

Comico

Il primo protagonista in cartellone è Paolo Cevoli che nell’ultimo, divertentissimo lavoro Andavo ai 100 all’ora immagina di raccontare ai figli dei suoi figli com’era la vita quando lui era un bambino. Cose che oggi sembrano assurde: non c’era Internet, i telefoni avevano la rotella, la tv era in bianco e nero; non c’erano il politicamente corretto, la raccolta differenziata e l’apericena. Un racconto personale che attraversa tutta la vita di Paolo fino ai giorni nostri, non per dire che “una volta era meglio”, ma per comprendere le nostre radici e ridere di noi stessi. (23 novembre ore 21).

La pluripremiata compagnia Carrozzeria Orfeo, in co-produzione con Accademia Perduta/Romagna Teatri e La Corte Ospitale, presenta Stupida Show di Gabriele Di Luca, monologo in cui una donna sola e in guerra con la vita, alle prese con un corpo in declino, un’affettività traballante e sogni irrealizzabili sarà in grado di trasformare le sue ferite e i fallimenti in una comicità travolgente, dove il destinatario del suo dialettico atto terroristico sarà il suo primo avversario naturale: l’amore (14 dicembre ore 21).

Sarà poi la volta dell’eccezionale Teresa Mannino con il nuovissimo spettacolo dallo stravagante titolo Il giaguaro mi guarda storto (9 febbraio ore 21), seguita dalla travolgente comicità della “pazza” band dei Rimbamband che in Manicomic, per la regia di Gioele Dix, suonano, essendo più o meno consapevoli di essere tutti affetti da numerose patologie mentali: ansie da prestazione, disturbo della personalità multipla, sindromi ossessivo compulsive. Una sorta di Qualcuno volò sul nido del cuculo in versione comico/teatrale, in cui la follia si trasforma in libertà, energia, divertimento e creatività (6 marzo ore 21).

Moderno

Apre la rassegna del Moderno Ascanio Celestini con Museo Pasolini, spettacolo realizzato in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. Celestini si interroga su come potrebbe essere un ipotetico museo dedicato al poeta, scrittore e regista attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto, ma anche di chi l’ha immaginato, amato e odiato (27 novembre ore 21). Si prosegue con l’intensa interpretazione di Marco Bocci in Lo zingaro. Un monologo emotivo e appassionante in cui si racconta la storia di un pilota di auto sconosciuto il cui destino è però indissolubilmente legato ad un mito della Formula 1: Ayrton Senna. Ricostruendo in parallelo la vicenda personale dello Zingaro, nomignolo del protagonista stesso, e quella di Senna, lo spettacolo rintraccia coincidenze, premonizioni, intuizioni che ne segnano i destini (22 gennaio ore 21).

Giacomo Poretti e Daniela Cristofori interpretano una coppia di anziani che litiga continuamente, un po’ con ferocia un po’ con tenerezza in occasione di un funerale, nello spettacolo Funeral Home.
Dopo essersele dette di santa ragione su qualsiasi argomento, avrebbero anche il tempo di rendere omaggio alla salma che è nella stanza accanto. Ma, nemmeno a dirlo, Ambrogio non ne vuole sapere. Perché la morte lo terrorizza, come solo sa terrorizzare gli anziani, anzi non ne vorrebbe proprio parlare. Rita invece ne vuole parlare, eccome! Proprio come ne parlano gli anziani, curiosi, intimoriti, rassegnati e speranzosi. Trascorreranno un’ora e mezza, lui a fuggire dalla realtà e lei a cercare di riportarcelo. Un inseguimento follemente divertente e poetico (16 febbraio ore 21).

Due straordinari artisti come Alessandro Gassmann e Giorgio Pasotti si misurano con le parole di Franz Kafka in due Racconti disumani per parlare, Pasotti interpretando e Gassmann dirigendo, agli uomini degli uomini. Una relazione per un’Accademia e La tana, due storie di animali, sembrerebbero, una che mette a nudo la superficialità di un modo di essere attraverso comportamenti stereotipati e facili, l’altro che racconta quel bisogno di costruirsi il riparo perfetto che ci metta al sicuro da ogni esterno. (15 marzo ore 21).
Infine Silvio Orlando, commovente e delicato, nell’attualissimo La vita davanti a sé. Lo spettacolo, tratto dal romanzo La Vie Devant soi di Romain Gary, racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Un autentico capolavoro dove la commozione e il divertimento si inseguono senza respiro. Al centro dello spettacolo il tema della convivenza tra culture, religioni e stili di vita diversi (17 aprile ore 21).

Family Matinée festive a ingresso gratuito in collaborazione con Centro per le Famiglie della Romagna forlivese.
Le matinée di festa che il Teatro Diego Fabbri dedica ai bambini e alle famiglie inizieranno con Il più furbo. Disavventure di un incorreggibile lupo della compagnia Teatro Gioco Vita tratto dall’opera di Mario Ramos, acclamato autore di libri illustrati per i piccoli. Un piccolo gioiello che è un concentrato di leggerezza e d’ironia, che fa ridere e pensare piccoli e grandi. Il lupo protagonista di questa storia, suscita una simpatia sincera perché a fronte della sua declamata presunzione “io sono il più furbo”, si dimostra, nei fatti, sgraziato e goffo. Tutti gli altri personaggi che incontra non faranno che rivelare le sue debolezze (8 dicembre ore 11). Segue Re tutto cancella, spettacolo di Marco Cantori della compagnia Teatro Perdavvero in cui realtà e fantasia si fondono insieme, per dare vita ad una favola che conduce gli spettatori attraverso l’universo delle lettere, dei numeri, delle figure e delle note (6 gennaio ore 11).

Il terzo appuntamento sarà con lo spettacolo Il lungo viaggio del coniglio Edoardo di Accademia Perduta/Romagna Teatri, diretto da Claudio Casadio e interpretato dagli attori forlivesi Mariolina Coppola e Maurizio Casali. Come nella migliore tradizione delle fiabe e della letteratura per l’infanzia, lo spettacolo affronta il tema del viaggio, in questo caso non scelto ma subìto, che è sempre un formidabile motore di crescita e di maturazione. Soprattutto un viaggio attraverso i sentimenti. All’inizio della storia il coniglio Edoardo vive in un contesto di grande amore che però non si sente in dovere di ricambiare. Lui ama solo sé stesso. Ma quando perderà questo amore e la sicurezza di una casa, di volta in volta, troverà chi si prenderà cura di lui per un po’, giungerà alla consapevolezza del valore del sentimento (4 febbraio ore 11).

Ultimo spettacolo della rassegna è Naso d’Argento, della giovane formazione Progetto g.g. Tratto da una fiaba di Italo Calvino, lo spettacolo indaga il tema del segreto, inteso come “preziosa verità nascosta”, come qualcosa di positivo perché, rispetto alla menzogna, è costruito con le esperienze vissute sulla propria pelle. È ciò che non si può e non si deve rivelare, per non essere più trasparenti, per creare una separazione con l’altro da sé e costruire la propria identità, la propria unicità, e diventare grandi. Verità e finzione, gioco e illusione, paura e meraviglia: questa fiaba, portando con sé codici e temi che i bambini conoscono bene, permette loro di fare un’esperienza, di immaginare, completare e costruire conoscenza. (19 febbraio ore 11).

Danza & Musical

Il cartellone dedicato all’arte coreutica si apre con il balletto classico Lo Schiaccianoci della Compagnia Almatanz. In questa nuova versione, il coreografo Luigi Martelletta (che può vantare una lunga e intensa carriera come primo ballerino al Teatro dell’Opera di Roma e in tanti altri teatri italiani ed europei), ha eliminato tutti i risvolti più inquietanti del racconto di Hofmann, a favore di una formula spettacolare che esaltasse maggiormente lo spirito favolistico del balletto. Non mancheranno quindi sorprese ed incantesimi, e soprattutto il pubblico ritroverà quell’itinerario danzato che conosce e si aspetta, vale a dire: i fiocchi di neve, la danza spagnola, russa, cinese, araba, le fate, colombina, arlecchino, i pierrot, il diavolo, il principe, il valzer dei fiori. (18 dicembre ore 21).

Il secondo appuntamento del cartellone è la sorpresa del musical Mamma mia! che giunge a Forlì dai più importanti teatri nazionali, forte dei tanti record messi a segno nella sua incredibile storia di successi e di grandi numeri, firmato Massimo Romeo Piparo. La storia, punteggiata dalle intramontabili canzoni degli Abba, brilla per romanticismo, coraggio, anticonformismo e divertimento. Una messa in scena spettacolare e tecnologica della PeepArrow Entertainment: grazie a un pontile sospeso, barche ormeggiate e un vero bagnasciuga, le pedane girevoli, una locanda dai caratteristici colori nelle sfumature del bianco e del blu e cascate di bouganville, si avrà davvero l’impressione di godere della bellezza di una incantevole isoletta greca… (7 febbraio ore 21 e, Fuori Abbonamento, 8 febbraio ore 21).

Sarà poi la volta della danza moderna del Spellbound Contemporary Ballet con lo spettacolo Vivaldiana coreografato da Mauro Astolfi. L’idea di lavorare ad una parziale rielaborazione dell’universo di Vivaldi integrandolo con alcune caratteristiche della sua personalità di ribelle fuori dagli schemi, traducendo quindi in movimento alcune sue creazioni e raccontarne il talento e la capacità di reinventare, nella sua epoca, la musica barocca. Astolfi ne rielabora l’architettura musicale, cercando di restituire all’opera vivaldiana la sua unicità, per dare forma a una ricerca in danza che accosti gli aspetti artistici alle declinazioni umane più istrioniche del musicista, il primo a comporre con l’intento di stimolare il gusto del pubblico e non di assecondarlo (2 marzo ore 21).

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