“Ho appreso con sgomento del suicidio del ventottenne albanese, senza fissa dimora, impiccatosi tra venerdì e sabato nel carcere di Forlì – dice Carlotta Toschi, avvocato penalista, portavoce regionale Alternativa per l’Italia -. Fino a quando continueremo a considerarli numeri e non persone non migliorerà la situazione. Il detenuto era stato portato a Forlì per scontare la pena a seguito di una condanna definitiva di due anni. È il sessantaduesimo suicidio in Italia in 9 mesi. Il settimo in Emilia Romagna. Come APLI, condanniamo fermamente la situazione che va via via peggiorandosi nelle case circondariali in Italia: è un chiaro segnale di allarme e di malessere che implica necessità di profondo cambiamento. Il carcere è nato col fine di rieducazione del reo, secondo costituzione, per intraprendere un percorso di riabilitazione che porti al reinserimento in società. Evidentemente non è questa la via: che sia di auspicio affinchè il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale si attivi con interventi concreti immediatamente e che tali interventi possano coinvolgere in maniera fattiva l’ascolto dell’avvocatura emiliano romagnola” conclude Toschi.
“Grazie a Massimo Gramellini per avere acceso una luce sul Corriere della Sera sull’ennesimo suicidio nelle carceri italiane. E mentre il giornale andava in stampa un altro uomo si toglieva la vita in carcere, a Forlì. E’ il settimo suicidio in Emilia-Romagna nel 2022 e il sessantaduesimo nel paese. Non si tratta di numeri, ma di persone. La condizione nelle carceri, e lo stato in cui vivono i detenuti e le guardie carcerarie, non suscitano mai l’interesse della politica né dei partiti politici, con l’unica eccezione di +Europa che inutilmente continua a denunciare la situazione di illegalità e disumanità in cui versano gli istituti penitenziari” aggiunge Simona Viola candidata al Senato per la coalizione del centrosinistra.
“Anche sul tema delle carceri il 25 settembre gli elettori dovranno scegliere: fra chi vuole riempirle di coltivatori di cannabis e chiudere le celle per poi “buttare via le chiavi” e chi – come +Europa – vuole vivere in una società che rispetta lo stato di diritto e i diritti delle persone detenute. E’ intollerabile che ogni anno un così alto numero di persone detenute (e di guardie carcerarie) cerchi di, e riesca a, togliersi la vita. Dal carcere si deve poter rinascere e non morire. A Forlì è più che mai urgente che il cantiere del nuovo carcere, il cui iter ha preso il via ormai 20 anni fa, possa procedere rapidamente verso il completamento, e che Ministero della Giustizia e delle Infrastrutture lo pongano come priorità accelerando i passaggi burocratici di questa complessa vicenda” conclude Viola.
“È davvero terribile la notizia del suicidio in carcere di un ragazzo di 28 anni, portato ieri pomeriggio presso la casa circondariale di Forlì. La situazione carceraria è davvero grave. Tanto si fa a livello locale anche nella prospettiva del reinserimento sociale e della formazione professionale dei carcerati, ma il cammino è ancora lungo soprattutto a livello ministeriale per la mancanza di personale e l’inadeguatezza delle strutture. Nel periodo settembre 2021 – giugno 2022 lo sportello sociale in carcere sostenuto dal comune ha effettuato n. 977 colloqui con detenuti nella prospettiva di un supporto ed aiuto nella prospettiva del reinserimento sociale. L’impegno deve però essere ancora forte e concertato con il livello ministeriale per evitare simili tragedie. L’impegno dei futuri parlamentari dovrà essere forte affinché i lavori di realizzazione del carcere di Forlì possano ripartire tempestivamente ed affinché si proceda con la copertura degli organici carcerari” è il commento di Rosaria Tassinari candidata alla Camera dei Deputati per Forza Italia.