“Nettamente contrari” alla mozione votata dal Consiglio comunale di Bertinoro a fine ottobre 2022 si sono dichiarati Barbara Asioli, consigliere comunale della Lista Civica BartnOra (nella foto) e Albert Bentivogli segretario della Lega Forlí. “Consideriamo questa mozione un atto populista e ideologico i cui obiettivi sono confusi e che rischia di risultare una presa in giro per i minori destinatari a cui non si aggiungerebbero diritti o benefici di cui già non godano. La cittadinanza onoraria di un Comune, infatti, viene di solito conferita a singole personalità che abbiano realizzato opere o compiuto atti straordinari. Perché quindi attribuirla ai minori stranieri che non ne trarrebbero alcun beneficio aggiuntivo e concreto?” si domandano Asioli e Bentivogli.
“Appare quindi evidente – continuano – che questo atto politico/ideologico non è altro che il grimaldello per raggiungere altri scopi, come la concessione della cittadinanza italiana automatica a tutti, strumentalizzando una collettività indistinta di minori stranieri. Non è detto, infatti, che questi minori rimangano per sempre in Italia e che, una volta maggiorenni, considerino la cittadinanza italiana un benefit. Nel nostro Paese diritti, tutele e libertà fondamentali già sono attribuiti a chi vi risiede regolarmente, la cittadinanza onoraria non aggiunge nulla. Hanno dell’incredibile le granitiche certezze del sindaco Gessica Allegni e dei proponenti, ma è ancora più inaccettabile che utilizzino inconsapevoli minori stranieri, che a parole si afferma di voler tutelare, per fini di parte. Noi siamo favorevoli alla concessione della cittadinanza italiana ma solo dopo un percorso ragionato, informato e responsabile“.
“La cittadinanza non può essere regalata, né concessa automaticamente. Deve essere intesa come il diritto di una persona di decidere in piena libertà se fare parte di una comunità nazionale di cui condivide principi, leggi e regole. Non è scontato, infatti, che la cittadinanza italiana sia l’obiettivo a cui puntano tutti i residenti stranieri. Difficile se non impossibile, quindi, scambiare la cittadinanza facile per un atto di civiltà: l’Italia è un paese aperto e disponibile all’accoglienza, ma non è regalando la cittadinanza che si aiuta chi arriva nel nostro paese. Un atto di vera civiltà è realizzare politiche serie dei flussi migratori che sostengano chi arriva a inserirsi nella nostra società, migliorando la propria qualità di vita, senza creare urgenze sociali nelle nostre comunità” concludono Asioli e Bentivogli.