Il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, si fa portavoce dell’amara esperienza vissuta durante l’ultima tornata elettorale da Christian Grandini, disabile certificato ed iscritto all’albo degli scrutatori del Comune di Bertinoro. “Christian Grandini, come altri suoi concittadini, è stato chiamato dagli uffici elettorali del Comune di Bertinoro per assistere e partecipare alle operazioni di voto di domenica 25 settembre. Fin qui nessun problema – chiarisce Pompignoli – se non fosse che il Comune di Bertinoro lo ha di fatto lasciato solo nella sua condizione di disabilità motoria, costringendolo ad arrangiarsi con mezzi propri per raggiungere il seggio. Grandini ha infatti legittimamente richiesto all’ufficio elettorale la disponibilità di un mezzo pubblico che lo accompagnasse ai seggi per espletare la funzione per la quale era stato chiamato proprio dal suo Comune. Peccato che dopo numerose risposte evasive e altrettanti scarica barile, Grandini non sia stato aiutato a dovere. Sono stati infatti amici e conoscenti che, a turno, lo hanno accompagnato ai seggi e riportato a casa nelle due giornate riservate alle votazioni”.
“Ciò che più fa riflettere di questa vicenda – aggiunge Pompignoli – è l’atteggiamento assunto dalla sindaca Allegni, prima cittadina di quello che si fregia di essere il Comune dell’ospitalità, la quale, secondo quanto riportatoci, avrebbe definito la possibilità di mettere a disposizione del signor Grandini un mezzo recentemente consegnato alla Protezione Civile di Bertinoro e attrezzato per lo spostamento delle persone anziane e diversamente abili del territorio come un “favore personale” e non come un diritto di chi vive ogni giorno in questa condizione”.
“È stata una vera propria discriminazione nei miei confronti perché gli uffici comunali erano ben edotti della mia disabilità motoria e ho ritenuto che non fosse giusto né per me né per tutte le persone con disabilità far passare in sordina questa triste vicenda – ammette con rammarico il Christian Grandini -. Vorrei, inoltre, far capire alla sindaca che l’inclusione delle persone con disabilità ha come presupposto l’abbattimento delle barriere non solo architettoniche ma anche culturali e sociali che non consentono alla persona di fare una vita autonoma e relazionarsi con il mondo esterno”.