Potrebbe esservi capitato di aver sentito parlare di halving dei bitcoin o dimezzamento dei bitcoin. In questo articolo, spieghiamo cosa significa e perché sia importante saperlo. Questo evento ha diverse ripercussioni importanti nell’andamento del mercato delle criptovalute quindi è molto importante capire cosa sia e come utilizzarlo a nostro vantaggio.
Halving in inglese significa dimezzare. Nel caso dei bitcoin questo termine indica un rallentamento nella produzione di nuove monete che ha tra le varie conseguenze l’incremento di valore della criptovaluta. Questo fenomeno si ripete ogni quattro anni e, osservando il cambio bitcoin, si possono apprezzare le fluttuazioni di valore in corrispondenza dell’halving.
L’origine dell’halving
L’halving dei bitcoin è uno strumento pensato per tenere sotto controllo l’inflazione della moneta ed evitare che una produzione eccessiva porti ad un crollo del prezzo. La produzione di bitcoin non è centralizzata come le monete normali ma, al contrario, decentralizzata. Questo significa che potenzialmente chiunque abbia un computer abbastanza potente può partecipare alla creazione di bitcoin, il cosiddetto mining.
Nonostante attualmente l’apparecchiatura per il mining ha costi relativamente proibitivi ai più, l’algoritmo è stato pensato per quando agli albori dei bitcoin, per la loro creazione era sufficiente un PC di fascia medio-alta. C’è però anche un altro fattore che ha contribuito alla creazione di questo sistema, ormai automatizzato dall’algoritmo che regola la produzione di bitcoin. Dimezzando la produzione, si riduce anche l’offerta della moneta il che porta il suo valore a salire. Il fatto che la moneta acquisti valore è importante anche per i minatori.
Le conseguenze dell’halving sul mining
La conseguenza più importante dell’halving l’abbiamo già vista: l’aumento di valore dei bitcoin. Abbiamo anche accennato che questo è importante anche per i minatori. Il motivo è che il lavoro di produzione non è gratuito, ovviamente, ma viene retribuito in bitcoin. Nel 2009, i minatori ricevevano 50 bitcoin per ogni nodo lavorato. Dopo il primo halving del 2012, questa ricompensa scese a 25 ma, nel giro di un anno, il valore dei bitcoin schizzò da 12 dollari a 1.207 dollari.
L’ultimo halving è avvenuto a maggio del 2020. Anche in questo caso, nel giro di 12 mesi il valore dei bitcoin volò alle stelle e passò dagli 8.821 dollari ai 63.233 dollari, un aumento clamoroso e senza precedenti. Questo è ciò che incentiva i minatori a continuare il loro lavoro nonostante la ricompensa, nominalmente, si dimezzi ogni quattro anni. Questi dati però non dovrebbero ingolosirvi troppo a diventare minatori. Come detto, l’investimento per l’apparecchiatura è diventato molto importante ma anche la gestione e manutenzione hanno costi alti. Insomma, sarebbe una decisione importante e da studiare bene. Per la stragrande maggioranza delle persone sarebbe più facile guadagnare investendo nelle criptovalute piuttosto che producendole.
Le conseguenze dell’halving sugli investitori
Per gli investitori, il periodo precedente all’halving è diventato molto importante. Il trend parla abbastanza chiaramente e, visto che ad ognuno di questi eventi è corrisposto un aumento di valore, non è così impensabile che questo si ripeta anche con il prossimo appuntamento, previsto per il 2024.
Bisogna anche precisare, però, che rimane impossibile prevedere l’andamento dei bitcoin, nonostante l’halving. Purtroppo questo tipo di eventi possono anche attirare speculazioni e quindi non si può pensare di andare a colpo sicuro e avere guadagni rapidi assicurati. Come sempre, si tratta di avere pazienza e non andare oltre le proprie possibilità.