Un sorprendente effetto parallelo della funzione “ricerca nei file” degli archivi informatici è che mentre stai cercando qualcosa, ne trovi un’altra. Nel caso di specie dal cilindro magico di un hard disk è spuntato un anniversario. Settant’anni fa, il 19 dicembre 1952, veniva costituita ufficialmente la Centrale del Latte di Forlì. Un’azienda che ha significato tanto per alcuni decenni. Ne avevo studiato la nascita di rimbalzo rispetto a una ricerca sul grande Natale Graziani. Fu infatti lui che la fece nascere, in qualità di giovane assessore all’Annona della Giunta guidata prima dal sindaco Franco Simoncini e poi da Mario Colletto.
Avvocato, giornalista, uomo di cultura, militante repubblicano e alfiere dell’associazionismo, Natale Graziani nei decenni a venire fu pure autorevole direttore di importanti complessi termali, da Castrocaro a Montecatini. Seguire l’Annona, delega significava occuparsi di tutto ciò che era connesso con le emergenze perché doveva provvedere ai beni essenziali per l’alimentazione e altri settori: combustibili, indumenti, soccorso, alloggi. Il tutto a prezzi calmierati.
In questo contesto nacque la Centrale del Latte di Forlì. Prima del dicembre 1952 esisteva il Centro di raccolta latte che, nell’immediato secondo dopoguerra, era stato allestito in locali tra le attuali via Andrea Costa e via Gramsci, tra il vecchio macello e l’area in cui il fascismo avrebbe voluto costruire la caserma della milizia. Con Graziani, invece, il servizio venne prima modernizzato e poi municipalizzato. Quel latte targato Forlì era di ottima qualità e venne poi affiancato da altri prodotti caseari, dai formaggi alla panna. Proprio la panna montata della Centrale del latte di Forlì è un ricordo gustoso per chi come me, bambino negli anni ’70, aveva la fortuna di passare davanti al loro stand in occasione della Fiera di Forlì ospitata nell’ex collegio aeronautico di piazzale della Vittoria.
Perchè ai bambini veniva data in regalo una “mastellina” con ciliegia sopra. In quegli anni la Centrale scoprì il tetrapack e il duro confronto con il mercato liberalizzato che impose scelte aggregative. Finì la municipalizzata, ci furono accorpamenti regionali e infine, da noi, fu la Centrale di Cesena, con l’azienda di Martorano, ad avere il sopravvento e la storia forlivese confluì lì. Anche la storia fisica dei luoghi è cambiata con l’area tra via Andrea Costa e via Gramsci che ha registrato, a cavallo del millennio, una radicale riqualificazione. Restano foto e ricordi, pezzi di memoria che riaffiorano e sanno di buono.
Mario Proli