«È nota a tutti la vicenda della soppressione dell’automedica di Meldola. Dal 1° gennaio l’intera area del distretto forlivese, caratterizzata da 13 Comuni e una superficie territoriale di circa 1100 chilometri quadrati, è “coperta” da una sola auto-medicalizzata. Due sono le questioni più gravi che meritano di essere ribadite e che in nessun modo riguardano dinamiche di natura politica, il desiderio di ritagliarsi coriandoli di visibilità o la voglia di fare polemica a tutti i costi con la Direzione Sanitaria dell’Ausl Unica di Romagna» sono le parole del sindaco di Forlì Gian Luca Zattini.
«Partiamo dal metodo – precisa il Primo Cittadino forlivese – il dato certo su cui sfido chiunque a sollevare obiezioni è che questa decisione è stata assunta senza alcun confronto preventivo con i sindaci, i sindacati e gli enti locali di riferimento. Sia prima che dopo, abbiamo registrato un’assoluta e incomprensibile indisponibilità al dialogo da parte dei vertici dell’Azienda Sanitaria Romagnola. Ognuno di noi ha appreso la notizia di punto in bianco, dai giornali o quando già la procedura riorganizzativa era stata definita. È evidente che questo primo elemento, da qualunque punto di vista lo si voglia guardare, è assolutamente irricevibile e ingiustificabile».
«Nel merito: la sospensione dell’attività dell’automedica di Meldola non incide solo sul territorio di Meldola, ma su tutto il comprensorio forlivese che, come noto, comprende aree collinari e montane con tempi di percorrenza molto più lunghi rispetto a quelli di pianura. In pratica, dall’oggi al domani, si è deciso di mettere a rischio il diritto di migliaia di cittadini ad una pubblica assistenza di qualità redistribuendo risorse e personale medico con una logica quantomeno discutibile» insiste Zattini
«Che la sanità pubblica e la dotazione medica del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto Soccorso siano in grave sofferenza è un dato noto a tutti. Così come sono noti i grandissimi sforzi e sacrifici di tutto il personale sanitario del nostro ospedale, a cui indirizziamo la nostra profonda gratitudine. Questo però non giustifica la decisione improvvisa di togliere un presidio medico concreto, efficace ed efficiente, senza prima riflettere in una logica di gioco di squadra e non salvaguarda gli stessi operatori. Soprattutto, ci tengo a ribadirlo, laddove si renda necessario rivedere i servizi di pubblica assistenza per motivi ritenuti urgenti e indifferibili, è indispensabile, e mai derogabile, parlarne prima e per tempo con chi amministra i territori interessati da questi cambiamenti, per capire se ci sono altre strade perseguibili e confrontarsi faccia a faccia sulle inevitabili ricadute. Ricordiamoci sempre una cosa: la sanità è fatta di persone, non di numeri» conclude il sindaco di Forlì.