Chi ha ricevuto carbone vero il giorno della Befana, alzi la mano. I genitori di una volta, lo mettevano senza tanti complimenti nella calza. Poi aggiungevano frutta secca, cioccolata, i datteri coloniali con la ballerina di colore stilizzata nella forchettina di plastica. Memoria tardiva e politicamente “scorretta” (ma al tempo nessuno ci pensava) dell’Impero, Anno Domini 1936. E offrivano doppia razione agli animali di casa, perché parlassero bene dei loro padroni.
Come probabilmente avrebbero fatto anche gli antichi romani, nei loro riti pagani. Un mondo ancestrale riemergeva la notte del 5 gennaio. Noi bambini e bambine in calzoni corti e in gonna eravamo ammaliati, sgomenti, un po’ spaventati. Era come entrare in un corso pratico di Antropologia culturale. Ma non lo sapevamo. Per noi era solo l’imperdibile notte della Befana.
Roberto Balzani