I dati riferiti ai primi nove mesi dell’anno 2022, nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, registrano un incremento dell’export, sostenuto dalla ripresa della domanda estera; aumento che, tuttavia, risulta inferiore alla variazione regionale e nazionale. L’inflazione molto alta, da un lato, e il sensibile deprezzamento dell’euro, dall’altro, stanno giocando un ruolo preponderante in merito all’aumento del valore delle esportazioni. La svalutazione dell’euro, però, sta avendo forti ripercussioni negative sulle importazioni, cresciute, in termini percentuali, quasi il triplo rispetto alle esportazioni; peggiora, pertanto, il saldo della bilancia commerciale. In crescita il valore esportato dei principali prodotti, così come le esportazioni verso i principali Paesi. In tale contesto, la guerra Russia-Ucraina, e le relative sanzioni dell’Unione Europea verso quest’ultima, determinano decisi effetti negativi sull’export delle imprese del nostro territorio verso la Russia. In provincia di Forlì-Cesena si registra una forte crescita dell’export di “navi e imbarcazioni”, il cui incremento giustifica anche quello deciso verso la Spagna e gli Usa, tra i principali acquirenti.
Export delle imprese: aggregato Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Nel periodo gennaio-settembre 2022 le esportazioni nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) risultano di 5.604 milioni di euro, con un incremento del 13,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, inferiore sia alla variazione regionale (+16,9%) sia a quella nazionale (+21,2%). Le relative importazioni ammontano a 3.158 milioni di euro, con una crescita annua del 36,3%. Positivo, pertanto, il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) registrato nei primi nove mesi dell’anno in corso, pari a +2.446 milioni di euro, ma in contrazione del 6,6% rispetto a quello fatto segnare nel periodo gennaio-settembre 2021.
Aumentano in modo deciso le esportazioni dei principali prodotti: +4,5% i macchinari e gli apparecchi meccanici (19,5% del totale), +6,1% i prodotti tessili, dell’abbigliamento e delle calzature (13,2%), +36,5% i mezzi di trasporto (11,3%), di cui +35,0% le navi e imbarcazioni (9,7%), +14,4% i prodotti in metallo (10,8%), +24,0% i prodotti alimentari e le bevande (8,5%), +8,2% gli apparecchi elettrici (6,9%), +18,3% gli articoli in gomma e materie plastiche (6,0%), +11,3% i mobili (5,8%) e +2,1% i prodotti dell’agricoltura (5,5%).
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, la Francia (12,3% del totale), gli Stati Uniti (10,9%), la Germania (10,5%), il Regno Unito (6,4%), la Spagna (4,8%) e la Polonia (4,0%); è il Regno Unito a registrare la maggiore variazione annua (+43,9%), a cui seguono Stati Uniti (+32,0%), Spagna (+22,2%), Germania (+8,3%) Francia (+3,9%) e Polonia (+2,0%). La guerra tra Ucraina e Russia, e le relative sanzioni decise dall’Unione Europea verso quest’ultima, causano decisi effetti negativi sull’export verso la Russia (-28,2%), con una riduzione dell’incidenza sulle esportazioni complessive di circa 1 punto percentuale (dal 2,6% del 30 settembre 2021 all’1,7% del 30 settembre 2022).
Export delle imprese: focus provinciale Forlì-Cesena
Nel periodo gennaio-settembre 2022 le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena risultano di 3.329 milioni di euro, con un incremento del 12,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, inferiore sia alla variazione regionale (+16,9%) sia a quella nazionale (+21,2%); tra le province emiliano-romagnole, a parte il calo di Piacenza, Forlì-Cesena si posiziona all’ultimo posto per crescita dell’export (primo posto per Parma: +28,5%). Le relative importazioni ammontano a 1.929 milioni di euro, con un incremento annuo del 31,6%. Positivo, pertanto, il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) registrato nei primi nove mesi dell’anno in corso, pari a +1.400 milioni di euro, ma in contrazione del 6,5% rispetto a quello fatto segnare nel periodo gennaio-settembre 2021.
Aumentano in modo deciso le esportazioni dei principali prodotti: +7,5% i macchinari e gli apparecchi meccanici (15,3% del totale), +8,4% i prodotti in metallo (12,7%), +29,3% i mezzi di trasporto (9,1%), di cui +41,1% le navi e imbarcazioni (8,1%), +11,2% i mobili (9,1%), +0,6% i prodotti dell’agricoltura (8,5%), +4,2% gli apparecchi elettrici (7,5%), +19,3% i prodotti alimentari e le bevande (7,3%), +20,7% gli articoli in gomma e materie plastiche (6,5%) e +11,4% le calzature (5,1%). In calo, invece, gli articoli sportivi (-1,5%, 6,1% del totale).
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, la Francia (15,2% del totale), la Germania (12,5%), gli Stati Uniti (8,3%), la Spagna (5,3%), la Polonia (4,4%) e il Regno Unito (4,1%); sono gli Stati Uniti a registrare la maggiore variazione annua (+45,8%), a cui seguono Spagna (+35,7%), Germania (+12,2%), Regno Unito (+7,4%), Francia (+5,7%) e Polonia (+5,3%). La guerra tra Ucraina e Russia, e le relative sanzioni decise dall’Unione Europea verso quest’ultima, causano decisi effetti negativi sull’export verso la Russia (-21,5%), con una riduzione dell’incidenza sulle esportazioni complessive di 0,6 punti percentuali (dal 2,0% del 30 settembre 2021 all’1,4% del 30 settembre 2022).