Oggi 13 gennaio 2023 il sindaco della città di Forlì Gian Luca Zattini, il presidente della Fondazione “Roberto Ruffilli” Pier Giuseppe Dolcini e il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Maurizio Gardini hanno firmato un innovativo protocollo d’intesa volto a valorizzare i diversi Archivi che documentano la storia forlivese del Novecento. Alla sigla dell’accordo – che ha una durata inziale di 5 anni, eventualmente rinnovabili – sono intervenuti anche, insieme al Vice-Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Gianfranco Brunelli, che ha coordinato il Comitato preparatorio, l’Assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna Mauro Felicori e il Direttore dell’Archivio di Stato di Forlì-Cesena Gianluca Braschi, partner operativi del progetto che si pone come obiettivo non solo quello di digitalizzare ma anche quello di divulgare presso l’intera comunità scientifica e degli appassionati di studi storici la ricca documentazione sul “secolo breve” conservata a Forlì sia negli archivi pubblici che in quelli privati (ma aperti al pubblico).
Le premesse e la figura di Ruffilli
Da diversi anni la Fondazione “Roberto Ruffilli” si confronta con la memoria della Città e del suo territorio: una precisa esperienza, storica e tecnicamente aggiornata, sviluppata su fondi anche molto diversi tra loro che ha convalidato l’idea di una Forlì “città del Novecento”, protagonista sotto diversi aspetti della più vasta storia, nazionale e internazionale. La necessità di conservare, catalogare, studiare, comprendere queste testimonianze non riguarda solo il mestiere dello storico, ma la coscienza civile di una comunità. La sua identità condivisa. Nuove tracce, nuovi documenti, nuove tecniche, nuove applicazioni consentono al metodo critico di meglio comprendere gli “andirivieni paralleli della causa e dell’effetto”, secondo la felice espressione blochiana. Andirivieni che devono essere messi al riparo da utilizzi strumentali.
L’ambizione è quella di poter contribuire a imprimere alla città una vocazione proprio sul piano della ricerca storico-archivistica, a partire dal Novecento, in una prospettiva che ne chiarisca l’identità e il lascito generazionale. Proprio la vicenda personale di Roberto Ruffilli, il suo contributo culturale e civile espresso dapprima attraverso lo studio del processo costituente, poi della successiva crisi della rappresentatività come crisi del consenso con la conseguente definizione di nuove forme di libertà attiva del cittadino, e infine la sua stessa morte, quasi impongono che a lui, e quindi alla Fondazione che ne cura la memoria, sia anche simbolicamente riconosciuto questo ruolo.
I fondi
Negli ultimi trent’anni Forlì ha acquisito (in proprietà o in deposito) molti archivi e fondi di personalità e protagonisti del recente passato: basti pensare all’unicum del fondo Dreyfus-Paulucci nella Biblioteca Saffi, all’archivio Paulucci di Calboli presso l’Archivio di Stato, al fondo archivistico e bibliotecario Antonio Beltramelli, all’archivio Diego Fabbri, alla collezione d’arte di mons. Terzo Natalini (archivista presso l’Archivio Segreto Vaticano), all’archivio Walter Ronchi, fino agli archivi di Manlio e Tullo Morgagni.
Un processo in atto
La Fondazione Ruffilli col suo contributo ha reso possibile in anni recenti l’edizione di due volumi: Primo Novecento e Grande Guerra, il laboratorio forlivese, e: Romagna in trasformazione. Forlì e il forlivese dal dopoguerra al regime, 1919- 1932. Si tratta di volumi nei quali diversi studiosi e ricercatori hanno affrontato la storia locale in relazione a quella nazionale e globale, scoprendo fonti, documenti ed illustrazioni, artistiche e fotografiche, inedite. Contemporaneamente è stata avviata, a partire dal 2015, l’acquisizione per donazione a favore del Comune di Forlì dell’Archivio Paulucci di Calboli, depositato nel 1991 in Archivio di Stato di Forlì.
In vista del centenario della morte di Fulcieri, nel 2019, il contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi ha consentito poi di pubblicare il volume Responsabilità e storia. I Paulucci di Calboli sulla scena del Novecento, libro importante, che ha permesso la “riemersione” dei Paulucci nella più recente storiografia.
In tempi recenti l’altro ramo familiare, i Paulucci de Calboli Ginnasi, ha voluto donare al Comune di Forlì il proprio Archivio, trasportato dal Palazzo di famiglia all’Archivio di Stato di Forlì. Si tratta di un fondo ricco di documenti che costituiscono una fonte primaria di storia, tra l’altro, del papato e della Chiesa del Concilio di Trento.