La parte artificiale della nostra identità

Roberto Balzani

È accaduto, per un caso fortuito, che per alcuni giorni non abbia potuto avere accesso a questa pagina. La cosa, sulle prime, mi ha un contrariato, ma non più di tanto. Col passare dei giorni, però, ho riflettuto sul fatto che la sparizione improvvisa di post e contatti generava una strana sofferenza: era come se avessi perduto un pezzo della mia vita, ormai più che decennale. Non che torni a rileggere post remoti: lo faccio raramente.

Ma sapere che ci sono, recuperabili potenzialmente nella memoria digitale, rende meno dolorosa la cancellazione inevitabile del ricordo biologico che con gli anni dilava il pavimento della nostra storia interiore, rendendolo lustro, uniforme e inutile. Così ho percepito l’artificialità che mi abita e che ha integrato l’identità biologica originaria. Oggi ne sono più consapevole di ieri. È un bene? È un male? Non lo so. So che questa trasformazione è avvenuta. Per questo la racconto.

Roberto Balzani

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