“Una società cresce quando vengono abbattuti i vincoli che frenano i progetti professionali e di vita delle persone. Nel nostro Paese, più che in altre economie europee, le scelte di realizzazione personale e professionale delle donne faticano a trovare piena espressione. Per questo sono convinta che sarà vera festa, quando non ci sarà più bisogno di una giornata dedicata alle donne per sensibilizzare sul tema dell’eguaglianza di genere”. La posizione della presidente del movimento Donne Impresa Confartigianato Forlì Diana Lolli è chiara, la carenza di politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia è uno dei freni alla valorizzazione del potenziale femminile.
Le fa eco Fabiola Foschi coordinatrice del movimento “riteniamo anacronistico introdurre differenze fra donne madri e non, la donna è tale indipendentemente dal progetto di vita realizzato, scelte personalissime su cui nessuno si deve permettere di intervenire. Chiediamo piuttosto maggiore attenzione e servizi più efficienti sia per le madri, sia per donne che si trovano a dover accudire un familiare in stato di necessità. Il nostro obiettivo è fare sì che le donne non siano più costrette a scegliere tra la carriera e la famiglia”.
Continua Lolli: “i dati testimoniano che le giovani donne raggiungono, in media, titoli di studio più elevati rispetto ai coetanei maschi, eppure questa statistica non si trasferisce al mondo del lavoro in cui permane un forte gap, il tasso di occupazione femminile ancora oggi non raggiunge il 50%”.
La situazione è complessa e non basta accendere i riflettori su queste tematiche solo in occasione della giornata dell’8 marzo o del 25 novembre, Donne Impresa Confartigianato ha avviato un confronto col governo Meloni affinché arrivi l’agognata svolta culturale che riconosca alla donna il proprio valore, indipendentemente dallo status di moglie, madre o figlia. E concludono “ogni donna è una persona che deve poter essere libera di raggiungere i propri obiettivi, libera da condizionamenti o pregiudizi paternalistici, frutto di una visione maschilista che, speriamo, sia ormai superata”.