Esclusa la frana di Castrocaro dagli interventi di prevenzione e sicurezza della Regione

Massimiliano Pompignoli Lega

Non c’è, nel programma triennale 2023-2025 delle opere di prevenzione del dissesto idrogeologico e sicurezza del territorio, l’intervento di ripristino della banchina stradale di via Sant’Antonio in Gualdo in località Pieve Salutare, scivolata a valle il mese scorso a seguito di un grave episodio franoso. La direttrice dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e protezione civile, Rita Nicolini, interpellata questa mattina in commissione territorio e ambiente dal consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, ha dichiarato “che non c’è traccia, nel nostro database, della frana di Castrocaro” e che per questa ragione non verranno erogate risorse straordinarie, da parte della Regione, per il risanamento e la messa in sicurezza di questa strada.

Mi risulta che non sia così – spiega Pompignoli (nella foto) – e che il Comune di Castrocaro si sia attivato immediatamente, dialogando anche con l’Assessore Priolo, per seguire la procedura più corretta e appropriata in questi casi”. Subito dopo la frana, infatti, il sindaco Francesco Billi ha trasmesso la segnalazione di rilevazione del danno all’Ufficio territoriale sicurezza territoriale e protezione civile di Forlì-Cesena, attenendosi alle indicazioni operative ricevute da quegli stessi uffici. La richiesta, protocollata esattamente un mese fa, conteneva la descrizione del danno, la localizzazione dell’evento franoso, i provvedimenti adottati, le spese già sostenute e quelle da sostenere. Al fine di risolvere le criticità in atto, i tecnici del Comune hanno stimato lavori urgenti per un importo di circa € 200.000, appellandosi alla Regione in virtù delle limitate risorse municipali”.

Ad oggi – conclude il consigliere regionale – la situazione è ancora molto critica. L’Amministrazione comunale ha disposto la chiusura della carreggiata a strapiombo sul fiume, con la banchina che frana in tre punti per un tratto di circa 150 metri e lasciato il transito nella corsia a monte, a senso unico alternato, vietandolo ai mezzi pesanti. Più passa il tempo, però, più si aggrava il rischio isolamento di residenti e attività di questa zona”.

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