Una generazione segnata dalle conseguenze degli anni eccezionali del Covid-19, che hanno influito pesantemente sui processi di crescita e di relazione. Sono in corso studi e pubblicazioni che analizzano dati, casi e situazioni e che definiscono i traumi subiti, le patologie insorte, le sofferenze emerse dentro e fuori le mura domestiche. La pandemia ha infatti generato molte problematiche che continuano a produrre effetti critici sui giovani, specialmente quelli in età adolescenziale, rimasti a lungo chiusi e isolati. La didattica a distanza e il distanziamento sociale hanno contribuito a modificare le percezioni e le dinamiche relazionali dei ragazzi producendo, in molti casi, una sofferenza che è degenerata in rifiuto, chiusura, come la sindrome di Hikikomori, e persino in tentativi di suicidio.
Uscire dal lungo tunnel di questo disagio non è facile, le stesse famiglie da sole non sono in grado di trovare le chiavi per aprire quelle porte affinché i propri figli possano venir fuori e tornare protagonisti, vivere appieno la propria gioventù e in particolare le relazioni e l’incontro con l’altro. I dati evidenziano numerosi casi di ragazzi e ragazze segnati da sofferenze psicofisiche a causa delle chiusure e dei limiti alla vita sociale, scolastica e sportiva imposti dalla pandemia. Sui numeri di questa emergenza e sulle possibili proposte si confronteranno Enrico Valletta, primario dell’Unità operativa di Pediatria dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni, e Irene D’Elia, psicologa, psicoterapeuta e psicoanalista, che hanno in corso esperienze professionali di cura, ascolto e analisi di fratture e disagi fisici e psichici che questo tempo di pandemia da Covid-19 ha provocato.
L’incontro è in programma martedì 7 marzo alle 20,00 al Circolo Aurora in Corso Garibaldi 80 a Forlì, durante la conviviale riservata ai soci del Rotary Club Forlì dove Valletta, del sodalizio forlivese, e la D’Elia, del Club di Cesenatico Mare, interverranno su “Gli adolescenti e l’onda lunga della pandemia: cosa possiamo fare per loro”, introdotti dal presidente del Rotary Club Forlì, Filippo Cicognani. Recentemente è uscito il libro, a cura della D’Elia, “Generazione DAD. Scuole, politica e psicoanalisi” (ed. Pequod), che racchiude il lavoro del Grad (Gruppo di ricerca adolescenti a disagio durante la didattica a distanza), da lei promosso.
«La pandemia, il lockdown, l’isolamento e anche la Dad – afferma la dottoressa nella presentazione – sono piombati come folgori sui giovani adolescenti digitali del 2000. Adolescenti che con il sapere in tasca non hanno più bisogno di ricorrere all’altro ma che sono alle prese con il difficile compito di prendere posto come soggetti nel mondo». E nell’analisi del gruppo Grad emerge che «durante questo tempo di pandemia, di chiusura della scuola e di didattica a distanza, questi giovani adolescenti sono cresciuti in una solitudine più accentuata di prima. Soli, anche se stipati in casa a stretto contatto con i parenti, chiusi dentro le loro camere e dietro agli schermi».
Gli effetti di queste distanze e chiusure, pertanto, sono ancora ben visibili e presenti nella cosiddetta “Generazione Dad” tanto che oggi molti giovani devono chiedere aiuto «per trasferire il proprio corpo fuori e intrecciare relazioni sociali. È il campo della psicanalisi a occuparsi dell’impatto che le gabbie virtuali producono sul risveglio pulsionale, prendersi cura dei fenomeni soggettivi, più o meno gravi, e ascoltare e dare voce a questa generazione che ha affrontato scenari inediti».
Ansia, inquietudine, tristezza hanno, dunque, segnato la vita dei nostri ragazzi con traumi importanti e c’è sempre più bisogno di trovare professionisti che sappiano ascoltare e intervenire con mezzi adeguati, indirizzi e proposte che possono favorire una ripresa. Il dottor Valletta da anni segue progetti importanti del reparto forlivese di Pediatria, anche di aiuto al periodo post pandemia per monitorare e curare gli effetti che dopo il covid si sono prodotti pure con pesanti epidemie, come la bronchiolite, evidenziatesi per l’abbassamento delle difese immunitarie perché i virus hanno trovato una platea più numerosa di bambini tra i quali circolare, e stanno così saldando il loro debito immunologico facendo tutti insieme l’esperienza che non hanno fatto negli anni precedenti. Valletta più volte è intervenuto in questo periodo anche con consigli per seguire i piccoli nella prevenzione e sulle misure protettive da adottare, illustrando i servizi organizzati dal sistema pediatrico fra cui anche quello della musicoterapia.