“A fronte dei roboanti proclami del presidente Bonaccini prendiamo atto che la Regione sta procedendo a una riduzione drastica degli organici in tutte le aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, inclusa Forlì, consolidando il blocco delle assunzioni e avviandosi alla riduzione sistematica del turn over dei lavoratori che è già, di fatto, messa in pratica nelle singole aziende sanitarie per produrre risparmi di bilancio che, inevitabilmente, si tradurranno però in un calo della quantità e qualità dei servizi erogati ai cittadini. E a dire questo non siamo noi, consiglieri comunali della maggioranza, ma sono gli stessi operatori della sanità, i sindacati confederali, gli iscritti dell’Anaao/Assomed che hanno più volte sollevato il problema fino al punto di manifestare pubblicamente: penso al presidio di pochi giorni fa a Ravenna davanti alla sede di Ausl Romagna, a nome di tutti i lavoratori di Forlì, Cesena e Rimini, e davanti ai principali ospedali di tutto il territorio regionale”: lo ha dichiarato oggi pomeriggio 9 marzo 2023 in consiglio comunale Fabrizio Ragni di Fratelli d’Italia nel corso della seduta monotematica dedicata alla sanità.
“Diciamolo: la giunta regionale vorrebbe fare cassa sulla pelle delle persone, del personale del settore sanitario: con condizioni di lavoro inaccettabili, ore di straordinario utilizzate come fattore ordinario di programmazione del tempo di lavoro e di copertura dell’orario di lavoro, ferie non godute, turni di guardie e reperibilità sopra la media, difficoltà ad adempiere agli obblighi relativi alla formazione-aggiornamento. Ed, alla fine, tutto questo a danno dei pazienti, dei malati, con il rischio di un peggioramento del servizio reso al cittadino, pensiamo soltanto ai pronti Soccorso in sovraffollamento, come a Forlì, alle lunghissime lista d’attesa per visite ed esami derivate anche dalla carenza di specialisti e alla luce dell’andamento della curva pensionistica che produrrà come effetto concreto anche la carenza dei medici di base”: aggiunge Fabrizio Ragni.
“Non possiamo non evidenziare la disparità di trattamento che penalizza Forlì. Nel corso degli anni a Ravenna, Faenza e Lugo i Pronto soccorso sono stati ampliati o ristrutturati, per Cesena i fondi sono stati già stanziati, c’è il progetto del nuovo ospedale. E a Forlì? Nulla. In Regione e manager Usl ci dicono che “non c’è una lira”. Vi sembra giusto?” domanda retoricamente il consigliere comunale di Fratelli d’Italia.
“E adesso passiamo alla questione più di stringente attualità: l’eliminazione dell’automedica a Meldola, con penalizzazione del servizio nel comprensorio forlivese. S’è interrotta la fondamentale importanza della ‘catena di soccorso’ in cui ogni anello (dal massaggio cardiaco precoce, all’equipe avanzata con medico e infermiere, all’equipe ospedaliera senza ritardi) gioca sempre un ruolo fondamentale per il buon esito del soccorso alle persone in difficoltà. Parliamo della differenza che passa dalla vita alla morte. I dirigenti di Ausl Romagna hanno deciso di procedere con l’eliminazione della Mike 42 – senza una preventiva discussione con le Istituzioni locali, Comune di Forlì incluso – avviando una riorganizzazione che ha penalizzato di fatto soltanto il territorio forlivese, lasciando il nostro comprensorio privo di un presidio medico concreto e indispensabile, seppur in casi limitati, ma fondamentale per il salvataggio di una vita umana sia essa quella di un bambino o di un anziano”: accusa Fabrizio Ragni.
“E questo accade mentre nel servizio sanitario regionale si registra la distribuzione di nuovi incarichi dirigenziali ben retribuiti. Parliamo dell’ incarico attribuito a Nicola Magrini alla direzione della Struttura complessa dell’Unità operativa ‘Qualità e governo clinico’ dell’Ausl Romagna per un corrispettivo di 146.031,67 euro l’anno, per 5 anni. Per primi abbiamo evidenziato che la giunta Bonaccini e la maggioranza di centrosinistra in Regione hanno varato pochi mesi fa una legge che istituisce una figura sanitaria aggiuntiva all’interno della direzione strategica aziendale territoriale delle varie Usl dell’Emilia-Romagna: la figura del direttore assistenziale. Ben 14 nuovi dirigenti che potrebbero arrivare a costare tra l’ 1,5 e i 2 milioni di euro in più l’anno al sistema sanitario regionale. E’ questa la priorità di Bonaccini in sanità? Istituire nuove figure dirigenziali, mentre c’è carenza di personale medico e infermieristico?”: sono i quesiti posti dal consigliere comunale Ragni.
“E allora, per concludere, chiediamo a chi governa il nostro Sistema Sanitario Regionale di rovesciare il paradigma delle priorità avviando: la completa sostituzione del personale cessato per pensionamento o per dimissioni volontarie, le stabilizzazioni di tutti coloro che ne hanno i requisiti e i rinnovi dei contratti a tempo determinato, l’equa ridistribuzione dei mezzi di soccorso in ogni territorio provinciale. Oggi sulla sanità bisogna investire, piuttosto che tagliare il personale o ridurre i servizi. Al contrario, da mesi, assistiamo con impotenza alle scelte delle aziende sanitarie – in primis l’Ausl Romagna – che per produrre quei risparmi di bilancio richiesti dalla Regione penalizzano lavoratori e cittadini. E questo, come cittadini e utenti, prima ancora di consiglieri comunali, non potremo mai accettarlo!” conclude Ragni.