Con la svolta del nuovo Partito Democratico di Elly Schlein iniziano le prime defezioni. A Forlì tocca all’ex assessore allo sport. «Molte volte, gioiosi o sofferti, gli eventi ci precedono. Magari proprio quando avevamo cercato di evitarli. Così fu ad esempio, nel 2008 quando, dottoranda di ricerca in Storia contemporanea, mi affacciai per la prima volta in politica, in quella che può definirsi a buon titolo un’era di demarcazione per la politica forlivese, l’era di Roberto Balzani. Poi è arrivata l’adesione naturale e spontanea al mondo dell’associazionismo da quello sportivo, in cui ho sempre operato, a quello culturale» inizia l’analisi personale Sara Samorì.
«Gli eventi – continua – mi hanno preceduto anche quando gli eventi mi hanno rigettato nelle maree di quell’avventura straordinaria che ha rappresentato per me il punto più alto della mia militanza politica, vale a dire alla guida dell’assessorato allo Sport forlivese dove, per l’appunto, ho potuto mettere in pratica e verificare di persona quanto è infinitamente gratificante potere servire, agire per la propria comunità nella realizzazione di progetti e anche sbagliare, certamente, ma sempre al massimo delle proprie capacità. E penso che certi risultati ottenuti siano visibili ancora oggi. Occasione resa possibile anche da un partito che all’epoca era al suo massimo storico perché, sempre a mio avviso, era al massimo storico dello spiegamento della vocazione inclusiva e riformista per cui era originata. Occasione, la mia, sicuramente resa possibile da una persona che, più di altre, ha creduto in me. L’ex sindaco Davide Drei».
«In questo senso, ancora oggi penso che il valore aggiunto sia dato dalle persone e che il merito si basi su ciò che fanno e sulla coerenza tra i loro pensieri e comportamenti. Ho sempre affermato che le battaglie si portano avanti anche e soprattutto dentro i partiti. Ed è quello che ho fatto e rifatto, che ho tentato di fare in quasi 15 anni di impegno politico. Con i ruoli, anche importanti, che ho rivestito all’interno del partito democratico. Ma la parte più bella è sempre stata interpretata e rappresentata dall’appoggio e dal sostegno che in questi anni hanno saputo trasmettermi le tante persone, militanti o gente comune, volontari, che ancora oggi continuano ad esprimerlo in tanti modi. Le mie idealità restano. Tutte. Le mie scelte politiche però voglio meditarle tutte perché mentre le riflessioni sono per definizione qualcosa di personale le azioni politiche sono, al contrario, collettive. Ma dal momento che, giustamente il consiglio comunale è un impegno, questo impegno non può essere rimandato. Ora non c’è più “disagio”, ma consapevolezza della necessità, per me, di tornare, almeno per un po’, alle origini: a quell’appartenenza civica che ha saputo sempre accendere in me l’entusiasmo, perché è infinitamente più importante soffermarsi sui processi moderni della storia e, quindi, sulle persone, le relazioni, per definirne con lungimiranza progetti. Piccoli o grandi che siano. Per tutti questi motivi chiedo da oggi di entrare a fare parte del gruppo misto come indipendente con effetto immediato rassegnando contestualmente le dimissioni dagli organismi del partito democratico» conclude Sara Samorì.