“Il Made in Italy agroalimentare è un vanto per tutto il Paese, ma se vogliamo che il comparto cresca anche in futuro abbiamo bisogno di giovani preparati e formati per valorizzare questo patrimonio: il Governo crede nel ruolo degli istituti agrari e alberghieri, come il Garibaldi di Cesena e l’Artusi di Forlimpopoli, e bene ha fatto a ricordare l’importanza della formazione il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida“. Così Alice Buonguerrieri, deputato di Fratelli d’Italia, dopo le parole del titolare del Masaf, che ha sollecitato a fare sistema tra istituzioni, politica, addetti ai lavori e coinvolgendo i giovani impegnati negli istituti agrari ed alberghieri.
“Studiando l’agroalimentare rendono onore alla nostra Nazione – aggiunge Buonguerrieri – e diventano custodi di una tradizione fondamentale. Questi istituti, e anche i riscontri che abbiamo sul territorio ce lo confermano, sono di moda: non una moda passeggera, ma una tendenza dettata dalla grande potenzialità in termini occupazionali e di soddisfazione professionale che il comparto agroalimentare può dare ai ragazzi. Chi studia all’agrario o all’alberghiero trova subito lavoro: dalle aziende agricole alla ristorazione, le aziende cercano le professionalità che escono da questi percorsi scolastici. Dai tecnici in produzione ai cuochi, sono tanti i lavori con cui si può promuovere l’agroalimentare italiano”.
“Per troppo tempo c’e’ stata la tendenza a sottovalutare queste scuole, mentre oggi sono rivalutate a pieno titolo e grazie anche all’impegno del corpo docenti i ragazzi imparano il mestiere anche a livello pratico: rappresentano un esempio di vicinanza tra mondo della scuola e mondo del lavoro da cui prendere esempio. La difficoltà a reperire personale è un tema attuale in tanti settori, soprattutto quello agricolo e del turismo: è importante fare appassionare al mestiere e alla formazione le nuove generazioni, la nostra Nazione ne riceverà un gran giovamento in termini prima di tutto economici, ma anche sociali e di difesa delle tradizioni” conclude Buonguerrieri.