Fratelli d’Italia: «Servono chirurghi per abbattere le liste d’attesa non nuovi dirigenti»

Buonguerrieri e Bartolini Fratelli d'Italia

«L’Ausl Romagna ha deciso di istituire la struttura complessa “UO Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Romagna”, afferente al Dipartimento Chirurgico e Grandi Traumi Cesena, la quale coordinerà tutti i chirurghi plastici che operano nelle diverse sedi aziendali, al momento 13 specialisti, che – come fanno notare il deputato di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri e il responsabile del comprensorio forlivese di FdI Luca Bartolininon riescono a far fronte all’ingente mole di interventi per la chirurgia ricostruttiva della mammella, in particolare nella sede di Forlì».

L’Ausl Romagna taglia servizi, riduce il presidio sul territorio, elimina automedicalizzate per il servizio di soccorso dicendo che sono scelte necessarie per far fronte al proprio disavanzo, ma poi istituisce una nuova struttura complessa, che avrà bisogno di un nuovo dirigente di riferimento: di fatto un nuovo primario, con i costi simili a quelli sostenuti per ingaggiare l’ex direttore dell’Aifa Nicola Magrini, vale a dire una cifra complessiva superiore ai 730.000 euro sui cinque anni – rimarcano i due esponenti di Fratelli d’Italia -. Con questo nuovo primariato si attribuiscono alla nuova unità operativa e al suo direttore, con sede a Cesena, tutti i chirurghi plastici che lavorano in altre unità operative. Una scelta che rischia di mettere in difficoltà l’attività delle singole unità operative per quanto concerne gli interventi di chirurgia plastica. C’è poi un altro aspetto che, in ottica futura, potrebbe generare criticità: con la nuova organizzazione i chirurghi plastici saranno sempre più pendolari tra una struttura ospedaliera e l’altra e questo potrebbe creare scontenti e spingere a nuovi licenziamenti volontari in continua ascesa“.

E la dotazione dei medici è già sottodimensionata rispetto alle esigenze: però l’Ausl Romagna invece di assumere personale operativo continua ad accentrare la gestione e ad aumentare i costi di struttura. Servono più chirurghi negli ospedali, in sala operatoria, anziché nuovi primari – evidenziano Buonguerrieri e Bartolini -. Così facendo si rischia anche di perdere quelle figure professionali che nel tempo hanno acquisito specifiche competenze su alcuni interventi: perderebbero in qualità affrontando percorsi chirurgici a loro non consoni, con inevitabili ricadute sulla qualità degli interventi con danno per i pazienti. La Chirurgia Senologica dell’Ausl Romagna da tempo è sotto pressione: ci sono attese lunghe, anche di anni, per la ricostruzione mammaria in operate di tumore al seno – concludono gli esponenti di Fratelli d’Italia -. Tempi del genere sono inaccettabili: con le risorse che servono per ingaggiare il nuovo dirigente si potrebbero assumere due chirurghi plastici per abbattere le liste d’attesa. Se il termometro della “buona sanità” si misura dalla capacità di trattenere i migliori professionisti e dal controllo delle liste d’attesa, allora siamo preoccupati, perché si va delineando una perdita di qualità dell’offerta pubblica“.

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