Per la ripresa della Romagna alluvionata è fondamentale l’attivazione del Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea che ha già mobilitato oltre 8,2 miliardi di euro per interventi mirati a fronteggiare calamità in 24 Stati membri negli ultimi 20 anni. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della visita della presidente della Commissione Ue Von der Leyen sui territori devastati dal maltempo.
Le importanti misure per imprese e lavoratori varate dal Governo sono un primo passo significativo – sottolinea la Coldiretti – per affrontare l’emergenza nella Regione dove a seguito dell’alluvione saranno necessari ulteriori sforzi e risorse anche con il contributo dell’Unione Europea, Lo Stato membro colpito da calamità può presentare alla Commissione – precisa la Coldiretti – una domanda d’intervento del Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE) entro al massimo dodici settimane dalla data in cui si sono verificati i primi danni provocati dalla catastrofe. Il percorso di assegnazione di una sovvenzione, seguita da una procedura di bilancio (approvazione del Parlamento e del Consiglio), può durare diversi mesi ma gli Stati membri hanno la possibilità di chiedere il versamento di un anticipo fino al 25 % dell’importo totale del contributo finanziario previsto a titolo dell’FSUE, con un limite a 100 milioni di euro. Per l’ultima alluvione avvenuta nel 2021 in Germania sono stati stanziati complessivamente – ricorda la Coldiretti – 613 milioni di euro.
“Occorre tagliare la burocrazia ed i tempi per fare arrivare il più in fretta possibile gli aiuti alle famiglie e alle imprese e sostenere la voglia di ricominciare di una popolazione che sta stupendo il mondo per la sua grande forza” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Si tratta di salvare – sottolinea la Coldiretti – un territorio di circa 300.000 ettari di superficie agricola dei quali oltre 25.000 ettari di frutteti con nell’ordine pesche e nettarine, kiwi, albicocche, susine, pere, kaki, ciliegi e castagni mentre in altri sono 25.000 ettari sono piantati vigneti ma ci sono anche migliaia di ettari coltivati ad orticole come patate, pomodoro, cipolla e altro anche per la produzione di sementi.
Oltre 60.000 ettari sono coltivati a grano duro per la pasta, grano tenero per il pane, orzo, sorgo e mais. Su altri 7.000 ettari si estendono le coltivazioni di girasole, colza e soia mentre oltre 40.000 ettari sono coltivati ad erba medica per l’alimentazione animale. È infatti preoccupante – continua la Coldiretti – la situazione anche degli allevamenti con 250.000 fra bovini, maiali, pecore, capre, polli, galline da uova e tacchini e migliaia di animali morti e affogati.
L’alluvione – ricorda Coldiretti – ha devastato aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso. Ai danni sulla produzione agricola – evidenzia Coldiretti – si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade.