Ieri sul portale web del Corriere della Sera di Bologna è uscito un interessante articolo di Enea Conti che riporta le dichiarazioni dell’Amministrazione comunale di Cattolica riguardo il mancato ottenimento, dopo 26 anni consecutivi, della Bandiera Blu. Unico Comune in Italia a non essere riconfermato. La colpa di tutto ciò viene data al clima, il titolo dell’articolo è emblematico: Bandiere Blu, Cattolica “bocciata”: “Acqua meno pulita, colpa del clima”. All’interno dell’articolo si corregge un po’ il tiro aggiungendo la parola “anche”: “il dato odierno è figlio di una media degli ultimi 4 anni in peggioramento anche a causa dei cambiamenti climatici”.
In questo modo però si continua a non far capire al lettore ma soprattutto all’elettore, quale sia il problema, e lo si fa non nominando mai la causa dell’inquinamento microbiologico del nostro mare. Si indica la luna ma il Comune guarda il dito. Non sono le piogge ad inquinare microbiologicamente il mare ma gli scolmatori fognari che si aprono al fine di non far arrivare quantità di acqua piovana e liquami fognari non sopportabili per qualsiasi depuratore. Tutto ciò a causa di una rete fognaria in gran parte ancora unica che raccoglie l’acqua piovana nella fogna nera. Necessario quindi avere sfioratori fognari, e questo riguarda anche città dell’entroterra, che scolmano nei fiumi o nei canali, torrenti e a volte direttamente in mare.
La causa è strutturale quindi, un problema di natura prettamente politico. Ben vengano quindi gli investimenti di 25 milioni di euro citati nell’articolo “per lavori a tutela dell’ambiente e delle acque”, che tradotto vuol dire: affinché dopo i temporali in mare ci finisca solo l’acqua piovana, ma sarà necessario che venga fatto anche dai Comuni dell’entroterra. Ma veniamo alle chiusure della balneazione e agli sforamenti dei limiti di legge negli specchi d’acqua della “Perla Verde” durante l’estate 2022. Le aperture degli scolmatori fognari che hanno causato la programmata chiusura della balneazione per 18 ore nelle 3 spiagge di Cattolica interessate da queste misure istituite, è bene ricordalo, dal sindaco a tutela della salute pubblica, sono state 16. Nel 2019, per fare un esempio, sono state 30, eppure Cattolica ottenne ugualmente la Bandiera Blu.
Questo perché nella valutazione della qualità dell’acqua, il regolamento Arpae non tiene conto di queste misure preventive ma solo degli sforamenti dei limiti di legge in seguito alle analisi programmate a date fisse effettuate in estate, che quantificate sono un prelievo al mese. Quindi sulla base di 4-5 analisi che se effettuate lontane dalle piogge, avranno valori idonei succederà che la qualità di quello specchio d’acqua verrà classificata “Eccellente” ed il Comune potrà partecipare e magari ottenere, come avvenuto nel 2019 per Cattolica, la Bandiera Blu nonostante i liquami fognari finiscano in mare ed in quantità considerevoli. Ma andiamo avanti perché alle 16 chiusure della balneazione suddette vanno aggiunte anche quelle in seguito allo sforamento dei limiti rilevato dalle analisi di routine.
L’anno scorso sono state 4. Per onore di cronaca le misure preventive sulla costa con le quali si chiude la balneazione per 18 ore all’apertura degli scolmatori fognari interessano 18 acque romagnole (2 nel Comune di Cesenatico, 10 a Rimini, 3 a Riccione e 3 a Cattolica). I politici di quei territori non caschino dalle nuvole quando l’acqua piovana, se non interverranno strutturalmente, continuerà a trasportare gli inquinati in mare e la Bandiera Blu diventerà marrone.
Giorgio Venturi