In un solo giorno sull’Emilia Romagna si sono abbattute ben venti bombe d’acqua, su un territorio reso fragile dalla prolungata siccità, che hanno provocato l’esondazione di fiumi e torrenti che hanno allagato città e campagna con migliaia di coltivazioni, frutteti, serre e vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati dalla furia delle frane. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’alluvione che hanno colpito le province di Bologna, dove sono esondati il Savena, il Ravone, il torrente Gaiana e il Quaderna, Forlì Cesena, dove resta alta l’attenzione sul Lamone e soprattutto Ravenna, la fruit valley italiana, dove si contano anche due vittime, dopo l’esondazione del Sillaro.
“La furia del maltempo – sottolinea la Coldiretti – si è scatenata in un 2023 in cui al nord le precipitazioni sono praticamente dimezzate nel primo trimestre (-45%) con i terreni secchi che non sono riusciti ad assorbire l’acqua che è caduta violentemente provocando per scorrimento frane e smottamenti. Oltre al danno immediato sui raccolti persi – evidenzia Coldiretti – l’eccesso di acqua rimasta nei terreni danneggia le radici fino a farle marcire portando a morte le piante che impiegano anni per crescere e diventare di nuovo produttive. Colpiti soprattutto i frutteti come kiwi, susine, pere e mele ma anche vivai, strutture e macchinari con danni per milioni di euro“.
“Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire – afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini che ha visitato le aziende colpite assieme al presidente regionale Nicola Bertinelli, al direttore Marco Allaria Olivieri, ai vertici di Coldiretti Ravenna e al ministro Francesco Lollobrigida -. Ma è anche necessario investire nei bacini di accumulo che diventano quindi fondamentali per la sicurezza di tutto il nostro Paese, conservando l’acqua in eccesso per ridistribuirla quando serve utilizzando al meglio le risorse del Pnrr, dei fondi di coesione e del REpowerEU. A fronte di questa situazione climatica – continua Prandini – è infatti strategico intervenire con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale”.
“Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che lo scorso anno hanno raggiunto i 6 miliardi di euro.
Nei prossimi giorni Coldiretti darà il via al monitoraggio sui danni subiti dalle aziende. A Forlì, l’allerta meteo, fissa un ulteriore evento, ancora non quantificabile a livello di danno che si aggiunge alle problematiche legate al forte disagio della siccità e delle gelate tardive: un clima pazzo interrotto solo da impetuosi temporali, vento e piogge intense ma brevi che poco giovano ad un terreno che soffre di una siccità con pochi precedenti”.