Alluvione. Ragni: «Servono nuove casse di espansione»

allagamenti fiume Montone

Il quadro di fondo è stato portato con dovizia di particolari dal sindaco. Per quanto mi riguarda porto oggi, qui, una notizia e una segnalazione. La notizia, ed è di questa mattina, è che la Commissione europea si appresta a stanziare agli Stati membri, tra cui anche l’Italia, un pacchetto di aiuti straordinari pari a 330 milioni, 60,5 milioni per il nostro Paese a sostegno e rinforzo dei fondi nazionali per la Pac. Un budget che l’Europa indica per l’utilizzo contro siccità e alluvioni, come quella che s’è abbattuta in Romagna. Dunque, e sono sicuro che il governo Meloni sarà molto attento, non dovremo lasciarci sfuggire questa opportunità. La segnalazione, invece, riguarda la richiesta, anche questa odierna, avanzata dal Consorzio di bonifica Romagna Occidentale di investire in nuove infrastrutture , come le casse di espansione per contenere gli effetti degli eventi climatici estremi”. Così Fabrizio Ragni, del gruppo di Fratelli d’Italia, nel corso del suo intervento, oggi pomeriggio in consiglio comunale, nel dibattito scaturito dal tema all’ordine del giorno sull’evento alluvionale del 16-17 maggio scorsi.

Dopo i fatti tragici che in Emilia-Romagna hanno provocato 14 morti, 36.000 sfollati e migliaia di persone che hanno perso ogni avere, risparmi e lavoro, c’è forte necessità, e lo dico alla giunta regionale di centrosinistra guidata da Bonaccini, di costruire nuove opere. E porto un esempio, che potrebbe essere un modello per l’Emilia-Romagna: in Veneto nel 2018 all’insediamento della giunta regionale del centrodestra si decise subito di investire 2,1 miliardi di euro per mitigare le piene e impedire che si verificassero effetti disastrosi come l’alluvione del 2010 a Padova e Vicenza”: aggiunge Fabrizio Ragni.

«Il punto è tecnico, ma anche politico: c’è il sistema per contenere le acque dei fiumi ed evitarne la tracimazione: si chiama bacino o “cassa di espansione”. È un’opera idraulica concepita per ridurre la portata dell’acqua durante la piena di un fiume. Casse di espansione ce ne sono… in Emilia ma non in Romagna – evidenzia Fabrizio Ragni -. In Emilia ci sono sul Panaro, sul Secchia, sul Crostolo, sul Lenza, sul torrente Parma. Ma non sono sufficienti, soprattutto alla luce del repentino cambiamento climatico. E in Romagna? Perché non si sono costruire queste opere per contenere i fiumi in piena che straripano travolgendo case, campi agricoli e aree industriali? C’è un pregiudizio politico? Una scelta Bologna/Emilia centrica?”: sono le domande rivolte all’assemblea da Fabrizio Ragni.

Senza attendere le risposte, che forse non arriveranno mai, vi ricordo che in Emilia-Romagna dal 1999 al 2023 sono stati finanziati 529 progetti di messa in sicurezza del territorio con un impegno di spesa di 561 milioni di euro, ma solo 368 sono stati ultimati: all’appello mancano 161 interventi, di un valore di 258 milioni, più del 50% di soldi destinati alla nostra regione mai spesi”: elenca Fabrizio Ragni.

La giunta regionale dell’Emilia Romagna, parliamo di quella con presidente Stefano Bonaccini e all’epoca la vicepresidente era Elly Schlein, oggi segretaria del Pd, ha restituito fra il 2021 e il 2022 al ministero delle Infrastrutture ben 55,2 milioni di euro di un finanziamento di 71,9 milioni di euro ricevuto dallo Stato per la manutenzione e la messa in sicurezza dei corsi di acqua dell’Emilia-Romagna. I soldi della Emilia Romagna – e lo dice la Corte dei Conti nei suoi rapporti 2021 e 2022 – sono stati restituiti perché la Regione non è stata capace di spenderli nei tempi previsti come stabilito dai contratti di finanziamento a carico dello Stato. Vi rendete conto?”: si lamenta il consigliere comunale di Fratelli d’Italia.

Il punto è che se fossero stati spesi quei soldi per costruire opere in materia di tutela idro-geologica si sarebbe evitato il disastro compiuto dai rovesci del maggio scorso. Nell’elenco degli interventi previsti ma mai realizzati c’erano infatti anche: la manutenzione ordinaria delle reti idrografiche, lavori di sfalcio, taglio della vegetazione invasiva, riprofilatura e ripristino delle sponde nei vari corsi d’acqua, anche in area di frana, interventi urgenti e d’emergenza nei corsi d’acqua dei bacini e dei torrenti“: elenca Fabrizio Ragni.

C’è bisogno di fondi e di un fitto programma di opere, lo ha detto più volte anche il presidente regionale dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna che indica tra le cause del problema: la mancata manutenzione del territorio e l’insufficienza di tecnici e professionale qualificato dislocato a difesa di argini e aree boschive e collinari. Su questo doppio binario si deve dunque intervenire da oggi in futuro, per non farci trovare nuovamente impreparati se e quando dovessero verificarsi altri eventi meteo estremi”: ha concluso il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ragni.

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