La gestione del mieloma multiplo in pazienti appartenenti a gruppi oggi sottorappresentati sarà il tema su cui verterà l’intervento di Claudio Cerchione, medico ematologo dell’equipe di Ematologia di Irst Dino Amadori Irccs (responsabile Gerardo Musuraca), all’Annual Meeting di ASCO – American Society of Clinical Oncology, il più importante evento in ambito di oncologia clinica al Mondo, in programma a Chicago (USA), dal 2 al 6 giugno.
Insieme al dottor Cerchione, ad Asco parteciperà una nutrita delegazione di professionisti Irst, impegnata in incontri, approfondimenti e sessioni, composta dal professore Giovanni Martinelli, dai dottori Ugo De Giorgi, Angelo Delmonte, Gerardo Musuraca, Michela Palleschi. In particolare, durante una sessione educazionale, dal significativo titolo “Management of Multiple Myeloma in special Patient populations: no Patient left behind” (La gestione delle popolazioni speciali di pazienti con mieloma multiplo: nessun paziente sia lasciato indietro), in programma il 2 giugno alle ore 13,00 locali, cui prenderà parte il dottor Cerchione, sarà esaminata la selezione del trattamento di pazienti in età geriatrica, appartenenti a minoranze e che presentano scenari clinici particolari.
Recenti progressi terapeutici hanno portato sviluppi importanti nella cura del mieloma multiplo anche grazie a nuovi protocolli di ricerca e, in particolare, hanno messo a disposizione dei clinici un numero di opzioni terapeutiche senza precedenti. La scelta, sempre più condivisa tra medico e paziente, su quale strategia percorrere per ottenere il miglior risultato di cura, passa dalla valutazione di una miriade di aspetti correlati alle condizioni del malato, alla sua malattia e al trattamento stesso. Alcuni di questi fattori sono però tradizionalmente sottovalutati pur avendo una chiara associazione con gli esiti di cura.
Nel tempo questo ha portato ad aver gruppi sottorappresentati di pazienti come gli anziani, le minoranze etniche, quelli con specifiche comorbidità avanzate (ad esempio, l’insufficienza renale). Un numero crescente di pubblicazioni sta portando alla luce queste specificità ed è pertanto imperativo generare dati prospettici per gruppi sottorappresentati, in modo che la medicina basata sull’evidenza sia applicabile universalmente a tutti i pazienti con mieloma multiplo, indipendentemente da fattori clinici e sociodemografici. Una maggiore consapevolezza di questi problemi, l’inclusione universale nelle sperimentazioni cliniche prospettiche e il riconoscimento quotidiano di questi fattori, contribuiranno a far raggiungere sia una migliore collaborazione medico-paziente sia una maggior diffusione di approcci terapeutici basati sull’evidenza.