“È inspiegabile la volontà della Presidente del Consiglio Comunale di Forlì, Alessandra Ascari Raccagni, di negare la convocazione di un Consiglio comunale relativo all’alluvione che ha interessato l’intero territorio forlivese ormai un mese fa. Da allora, infatti, mentre nei capoluoghi limitrofi il Consiglio Comunale è stato riunito più volte (a Cesena il 25 maggio, a Ravenna il 31 maggio ed il 13 giugno) e l’Assemblea Legislativa regionale è stata convocata quattro volte (23 e 24 maggio, 6 e 7 giugno), a Forlì tutti i consigli previsti in calendario sono stati annullati (29 maggio e 12 giugno)”. Così gruppi consiliari del Partito Democratico, Forlì e Co. e Movimento 5 Stelle.
“Se è comprensibile – continuano i gruppi di minoranza – che non si sia svolta la seduta consiliare nella fase di piena emergenza seguita all’evento alluvionale che ha colpito la città, non è invece rispondente a obiettive esigenze istituzionali che a distanza di un mese non sia ancora stata convocata la massima assise cittadina per consentire alle forze politiche di confrontarsi sulla situazione in atto e sulle iniziative e misure intraprese e da intraprendere per fronteggiarla. Per questo, in data 7 giugno abbiamo presentato, a firma dei consiglieri PD, M5S e Forlì e Co., un’istanza per la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario che, per legge e regolamento, deve tenersi nei venti giorni successivi. Apprendiamo tuttavia la volontà della Presidente e dell’Amministrazione di non dare corso alla richiesta, un atto ostile al dialogo e al confronto, che si spiega solamente con la volontà di non affrontare le innegabili criticità che ci sono state nella gestione dell’emergenza e nelle fasi immediatamente successive, che recentemente hanno portato numerosi cittadini a manifestare pubblicamente il loro disagio”.
«Nonostante l’evocazione sulla stampa di “stati generali della ricostruzione”, la realtà è che, a un mese dall’alluvione, l’Amministrazione non ha ancora nemmeno organizzato incontri informativi aperti ai cittadini, né nelle sedi istituzionali né con assemblee nei quartieri. Il sindaco non ha mai relazionato alla città sui fatti accaduti, le azioni adottate, i problemi ancora in campo e gli strumenti e le tempistiche con cui risolverli, cosa che ha contribuito ad alimentare nei forlivesi confusione e senso di abbandono. Ugualmente non sono stati predisposti spazi di dibattito -politico, tecnico e civico- per affrontare le problematiche strutturali causate dall’alluvione (criticità nelle reti fognarie, decine di immobili inagibili, tonnellate di fango da smaltire, beni comuni lesionati), cui bisognerà rispondere su un duplice livello: interventi temporanei per l’emergenza e azioni strutturali di ripristino e sistemazione» insistono le minoranze.
“Infine è mancata sino ad ora una discussione aperta e democratica rispetto alla ricostruzione, che a nostro avviso dovrà essere impostata su principi di equità e solidarietà e dovrà mettere al centro un nuovo modo di pianificare lo sviluppo urbano e azioni straordinarie per rafforzare la difesa del territorio e la sua resilienza al mutamento climatico. Di conseguenza, qualora si insistesse nel negare la convocazione del Consiglio Comunale, sottraendo ai forlivesi anche questo spazio di confronto e venendo peraltro meno a un preciso obbligo istituzionale in capo alla Presidenza del consiglio, anticipiamo che provvederemo ad adire il Prefetto affinché, come previsto dalla legge (art. 39 TUEL), proceda alla convocazione in sostituzione della Presidente Ascari Raccagni” concludono i gruppi consiliari Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Forlì e Co.