«A 50 giorni dall’alluvione, a differenza dei principali Comuni romagnoli, quello di Forlì non ha ancora organizzato alcuna assemblea o altro momento di confronto con i cittadini delle zone alluvionate allo scopo di fornire puntuali informazioni sulla situazione e ricevere segnalazioni e indicazioni sulle numerose criticità a tutt’oggi esistenti, prevedendo anche la partecipazione di tecnici della Protezione civile e del consorzio di bonifica, oltreché del Comune medesimo» è l’attacco di Federico Morgagni di Forlì e Co.
«Sconcertati e perplessi per questo ritardo, nel corso del Consiglio di lunedì abbiamo interrogato l’Amministrazione per chiedere se intendesse o meno organizzare tali assemblee, con la presenza del sindaco per relazionare su quanto fatto sino ad ora e le future iniziative da mettere in campo. In risposta abbiamo ricevuto una serie di argomentazioni confuse e speciose, tese a dimostrare che l’attività di confronto coi cittadini sarebbe già stata ampiamente realizzata tramite la raccolta delle domande per l’accesso ai contributi Cas» insiste l’esponente di minoranza.
«Appare evidente a chiunque la debolezza di queste argomentazioni: lo svolgimento di momenti di dialogo fra istituzioni e popolazione colpita dall’alluvione rappresenta un preciso dovere di chi governa la città, un diritto dei residenti nei quartieri colpiti e un basilare principio di buon senso per gestire in maniera corretta l’uscita dall’emergenza e la fase del post-alluvione. È dunque grave che il Comune di Forlì non si sia attivato per promuovere tali iniziative, e ancora più grave è l’ostinazione a non organizzarle neanche in futuro. Per l’ennesima volta ai cittadini arriva un messaggio inequivocabile: isolamento e abbandono da parte delle istituzioni» conclude Federico Morgagni capogruppo Forlì e co.