Confagricoltura: “Piantine sradicate e frutta a terra. Servono misure immediate”

Danni vento Romagna

Dopo il ghiaccio, l’acqua, il fango ora arriva anche il vento: questo 2023 è davvero un anno maledetto per l’agricoltura romagnola e cesenate. Le aziende agricole stanno subendo danni su danni, da sole non ce la possono fare: ecco perché è urgente sbloccare le risorse promesse per dare ossigeno al settore primario”. Da Matteo Brunelli, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, nonché presidente della Consulta di Confagricoltura Cesena, arriva una sollecitazione alle istituzioni dopo l’ennesima calamità. Da questa mattina i tecnici dell’organizzazione stanno rilevando i danni a campi e strutture degli associati: dopo le gelate primaverili, la grandine e l’alluvione di metà maggio, il bollettino dei danni al settore primario continua ad ampliarsi.

Il vento che ha sferzato la Romagna tra la notte scorsa e questa mattina ha causato diversi danni in campo: ha sradicato le piantine di ortaggi da poco messe a dimora, ha divelto i teli di pacciamatura, ma ha anche buttato a terra la poca frutta rimasta sugli alberi – prosegue l’esponente di Confagricoltura –. Su un territorio già provato, su aziende che stanno facendo fronte da sole ai danni del maltempo e a un mercato che riserva poche soddisfazioni, è l’ennesima dura prova. Nella mia azienda agricola, solo per fare un esempio, nell’ultima notte ho perso 50.000 piantine di insalata, che si aggiungono alle altre 400mila perse tra grandine e alluvione. E tanti colleghi devono fare i conti con danni simili. Davanti a questo scenario, con i cambiamenti climatici che stanno stravolgendo il nostro lavoro, appare sempre più urgente un Piano strategico per lo sviluppo della filiera agroindustriale italiana, come quello che ha proposto Confagricoltura: serve una nuova pianificazione generale del settore agricolo, con strumenti per difendere la produzione nazionale, tutelare il reddito delle imprese e garantire così la produzione di cibo. Un progetto di sistema per il lungo periodo – conclude Brunelli – per salvaguardare la sicurezza alimentare e il tessuto imprenditoriale che, con questi colpi del maltempo, rischia di essere spazzato via come ha fatto il vento con le nostre colture”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *