«L’assestamento di bilancio, con la possibilità di reimpiego di 11 milioni di risorse non spese, rappresentava per la Giunta l’ultima occasione per provare a trasformare ingenti dotazioni finanziarie in una progettualità strategica, capace di migliorare la vita dei cittadini e favorire lo sviluppo del territorio. Servivano poche scelte: chiare, puntuali e d’impatto. Esisteva tuttavia anche un’altra soluzione ragionevole e plausibile: una radicale ridefinizione delle priorità alla luce dei drammatici eventi dell’alluvione. Con un avanzo libero di oltre 10 milioni di euro si sarebbe potuto coprire almeno in parte il costo dei lavori di somma urgenza sostenuti dal Comune. Oppure dare risposta ai più impellenti bisogni delle famiglie alluvionate, lasciate sole dal Governo e alle prese con spese esorbitanti. O ancora, impostare interventi programmatori di lunga lena, dando avvio a una ricostruzione che mettesse a frutto quanto l’alluvione ci ha insegnato, ad esempio sul fronte della messa in sicurezza del territorio» si legge in una nota di Forlì & Co.
«Perfino un approccio prudente – continua – poteva essere comprensibile: in una situazione di incertezza, con i Comuni romagnoli che si sono esposti per centinaia di milioni per gli interventi di emergenza per riparare i danni dell’alluvione e un Governo che fino ad oggi è stato prodigo solo di promesse, difficilmente scelte cautelative avrebbero potuto suscitare critiche. Invece la Giunta, ancora una volta, è riuscita a distinguersi in negativo, scegliendo di non impiegare questa massa di risorse né per scelte strategiche per il futuro della città, né per i bisogni degli alluvionati, frammentando le proprie disponibilità finanziarie in mille rivoli, per minute attività ordinarie e spese elettoralistiche».
«L’esempio di cui non si può tacere è quello dello spostamento della pensilina degli autobus di piazza Saffi: 200.000 euro per un intervento non prioritario o strategico. Proprio rispetto al centro storico, del resto, l’utilizzo dell’avanzo poteva consentire uno scatto di reni, come incentivi alla riqualificazione abitativa e alla residenzialità, misure per la mobilità sostenibile e integrata o la promozione dell’attrattività turistica e commerciale. Ugualmente le scelte del Comune non hanno recepito l’urgenza di accelerare la transizione ecologica. Sebbene gli effetti dei ritardi su questo fronte siano ben visibili sullo stesso bilancio dell’ente, con maggiori costi a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia nella misura di diversi milioni, il Comune di Forlì rifiuta di dotarsi di un proprio piano di efficientamento e riqualificazione energetica del patrimonio, con investimenti che avrebbero una ricaduta positiva in termini di risparmio futuro» insistono i consiglieri di minoranza.
«L’assestamento, infine, non si è colorato neppure di una connotazione sociale, come se a Forlì l’effetto del Covid, e poi dell’inflazione e infine dell’alluvione non avessero allargato la platea del bisogno. Nonostante la drammatica emergenza abitativa, che l’alluvione ha esacerbato, il Comune ha ignorato le nostre richieste di strutturare un vero e proprio piano per la casa, chiudendo fuori dalla porta per l’ennesima volta i bisogni dei cittadini. In conclusione, giovedì la maggioranza ha votato un assestamento di bilancio perfettamente coerente con quattro anni di promesse, di incapacità di scelte strategiche e disattenzione ai bisogni delle persone. Inevitabile il voto contrario, che è anche un voto all’operato complessivo di questa Giunta» conclude il gruppo consiliare Forlì e Co.