Ieri è morto Paolo Maltoni, prolifico autore di commedie dialettali e uomo di teatro che ha firmato alcuni dei testi più rappresentati sui palcoscenici di tutta la Romagna. Maltoni era nato nel 1932 a San Tomè e nella frazione del forlivese ebbe le prime esperienze teatrali, presso la locale parrocchia. Iniziò i suoi studi al il Liceo Scientifico per finire poi con l’Istituto Magistrale. Lo ritroviamo negli anni ’50 del secolo scorso fra gli abitanti della via Cerchia (la “zercia”) di Bussecchio e in stretto contatto con quel gruppo di giovani del “G.A.D. ENAL Nino Tampellini” che, siamo nel 1955, stanno riconsiderando la loro collocazione in ambito teatrale.
Decisivo fu l’apporto di Paolo Maltoni per indirizzare l’associazione verso il dialetto. Seguirono quattro anni pieni in cui Maltoni tenne le redini artistiche del gruppo. Poi nel settembre 1959 le attività teatrali del “G.A.D. Nino Tampellini” subirono un arresto. Il fermo temporaneo, imposto dalle situazioni interne alla compagine, consentì a Paolo Maltoni di maturare una esigenza personale che lo portò a scrivere in dialetto. Qualche anno dopo risultò ancora forte il richiamo del palcoscenico per cui provò a rinverdire l’arte della recitazione, insieme a un altro autore di commedie dialettali Giovanni Spagnoli, presso una nuova realtà teatrale sorta nel frattempo nel panorama forlivese, il “Cinecircolo del Gallo”, ma l’esperienza fu di brevissima durata.
Oramai è l’autore che vuole imporsi e allora l’istinto gli suggerisce di andare a verificare la disponibilità dei vecchi compagni d’avventura teatrale di Bussecchio ripresentandosi, sempre in compagnia di Giovanni Spagnoli, con un copione (”E nid dla farlota”) e i bei ricordi di vent’anni prima…. e fu così che si diede impulso a “La Cumpagnì dla Zercia”, ad oggi una delle compagini teatrale più importanti della Romagna. Con Maltoni il gruppo ritrovò un autore prolifico ma non solo; Paolo scelse anche di recitare e, in un momento di difficoltà per la compagnia si assunse, dal 1982 al 1984, anche l’onere di curare la regia. Successivamente si dedicò solo alla scrittura di commedie dialettali e ciò che compose risultò sempre di ottima qualità.
Maltoni ha avuto il dono e la capacità di fare teatro e poesia allo stesso tempo; “L’an dla neva grosa”, in questo senso, è il testo più significativo. Fra le commedie più rappresentate (migliaia di volte) e premiate anche a livello nazionale vanno citate: La sumara ‘d Tugnara, E’ gos dla cócla, La têvla zòpa, Ridar da muri’ (da pochi mesi riproposta da La Cumpagnì dla Zercia), La strê vëcia par la növa, Un scherz da prit, E’ Cumiê (tradotta in genovese dal Teatro Stabile di San Remo). E stato inoltre compositore di raccolte di sonetti: E’ diluvi universêl, In zir par Furlè, La scuperta dl’America. Quest’ultima è un racconto in cinquanta sonetti, pubblicato nel 1991 con prefazione di Andrea Brigliadori, musicato dai figli dell’autore Alessandro (voce solista e chitarra) e Francesco (cori e narrazioni), affiancati da Giovanna Grappeggia (chitarra solista e cori), che viene attualmente proposto come spettacolo musicale riscuotendo consensi unanimi.
Con la morte di Paolo Maltoni Forlì e la Romagna perdono uno dei personaggi più autorevoli del mondo teatrale dialettale. Per onorarlo al meglio occorre continuare a rappresenta i suoi testi e riscoprire quelli meno conosciuti. I funerali si svolgeranno sabato 15, alle ore 9,30, nella chiesa di San Tommaso Apostolo a San Tomè in via Castelfalcino 27 a Forlì.