“Occorre decidere insieme ai cittadini e alle imprese colpite dall’alluvione come distribuire le risorse raccolte“: lo chiede Legacoop Romagna al sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, con una lettera aperta in cui propone di istituire un confronto con i comitati, il mondo del volontariato, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria. Il presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi (nella foto) «con spirito costruttivo» domanda di convocare velocemente un tavolo per porre il tema. L’invito è di« sospendere la proposta di destinare i fondi raccolti dai cittadini forlivesi a copertura dei prestiti bancari» avanzata dall’assessore Cicognani, per conto dell’amministrazione comunale e «ripartire da capo».
Legacoop, si legge nella lettera, ha «provato a comprendere le ragioni dell’Amministrazione e quelle dei tanti cittadini che in queste ore stanno esprimendo la loro contrarietà», raccogliendo sentimenti e percezioni che «ci portano a pensare che, pur con l’obiettivo di agire a fine di bene, l’Amministrazione comunale abbia sottovalutato quello spirito di comunità che si è creato a Forlì a seguito dell’alluvione». Ma anche «le difficoltà, differenziate per peso ed impatto, che stanno continuando ad attraversare migliaia di famiglie e di imprese forlivesi, che ancora non hanno certezze su tempi e le risorse effettivamente disponibili rispetto a contributi nazionali, promessi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni a copertura del 100% dei danni subiti».
Tale spirito di comunità, secondo Legacoop Romagna, prevede «che quelle risorse, che sono innanzitutto dei cittadini e delle imprese colpiti dall’alluvione, vengano redistribuite ai cittadini ed alle imprese con modalità da stabilire con loro stessi, attraverso un confronto aperto che deve coinvolgere i comitati che li rappresentano e che a Forlì sono attivissimi, il mondo del volontariato che si è distinto per partecipazione durante i giorni più tragici dell’alluvione, le rappresentanze dei lavoratori e delle imprese».
«Solo così — chiede Legacoop Romagna — si decida cosa fare di quelle risorse», che sono state «raccolte anche grazie al sistema cooperativo, nell’ottica dei principi di mutuo soccorso e di solidarietà che lo stesso esprime non solo nei confronti dei suoi tanti soci e delle cooperative che hanno subito danni ingenti, ma anche di quanti, persone e famiglie, hanno più bisogno di sostegno e interventi». Quindi mettendo assieme «sensibilità diverse, bisogni diversi, la uguale volontà di far ripartire famiglie ed imprese – che oggi subiscono le tante paure che derivano da una situazione di totale incertezza, nella quale anche le bollette straordinarie di acqua, luce, gas, pesano».
Con l’auspicio finale che «puntando su questo rinnovato e forte spirito di comunità, anche la raccolta fondi potrebbe trovare nuovo slancio».