Quasi 3,6 miliardi di investimenti per sostenere imprese e ricerca, in un impegno di innovazione che coinvolge tutti i soggetti sociali firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima sull’obiettivo della crescita sostenibile. Questo è in sintesi il programma regionale attività produttive 2023-2025 – attuativo del programma per la ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico – approvato dalla maggioranza in Assemblea Legislativa. Soddisfatta la relatrice del corposo provvedimento, la Consigliera regionale del Partito Democratico Roberta Mori.
“I due piani completano l’intero quadro delle programmazioni regionali sui Fondi e strategie europee, avendo come priorità trasversali i temi della sostenibilità e dell’equità, dell’innovazione digitale, delle competenze strategiche per garantire sviluppo e occupazione di qualità e duratura nel nostro sistema, questo – spiega la Consigliera Dem – perché dobbiamo essere in grado di gestire il cambiamento strutturale del mercato e dell’ecosistema, impedendo che le trasformazioni diventino trappole di precarietà e lavoro povero per le persone”. Prima di tutto infatti, secondo la relatrice, viene l’investimento sul capitale umano che è la vera ricchezza da salvaguardare con sguardo lungo, alla luce dell’inverno demografico e dei gap di genere nell’accesso al lavoro di qualità.
“Utilizzando al meglio i Fondi strutturali FSE e FESR, la Regione Emilia-Romagna sostiene perciò la formazione specialistica e i talenti dei giovani, lo sviluppo e l’avvio di attività imprenditoriali a conduzione femminile, la presenza delle donne nelle professioni, la formazione STEAM per le ragazze, l’organizzazione equa del lavoro e della rete annessa di servizi di welfare – elenca – nella consapevolezza che non ci può essere sviluppo duraturo senza un investimento di tutto il sistema sull’inclusione delle competenze e su quelle infrastrutture sociali che servono a trattenerle in regione e a farle crescere per un benessere che sia collettivo”.
Quanto alla ricerca più avanzata sviluppata dalle Università, dai Tecnopoli e da centri per l’innovazione che sono cresciuti in tutta l’Emilia-Romagna, la Relatrice mette in evidenza l’importanza dell’effettivo trasferimento al sistema delle imprese. “Questo Programma accelera il processo di innovazione produttiva ma soprattutto lo rende più accessibile alle aziende medio-piccole – sottolinea – affinché consolidino il loro posto sul mercato in contesti competitivi e purtroppo sempre più incerti. Gran parte dei 3 miliardi e mezzo in dotazione servono a fondere ricerca, impresa e formazione di lavoratori e lavoratrici, imprenditori e imprenditrici, creando un contesto fertile per l’elaborazione di strategie e progetti alla portata di tutti, allenando i protagonisti dello sviluppo al faticoso ma sfidante metodo della condivisione” conclude Mori.