«Solo chi non vuole bene alla città può pensare di sollecitare l’Amministrazione comunale a restituire i soldi di un cofinanziamento regionale che intende sostenere il recupero e la valorizzazione dell’ex asilo Santarelli. Sia chiaro, non ne faccio una questione politica, quanto piuttosto una carenza di sensibilità e conoscenza. Le dichiarazioni della consigliera Zamboni denotano infatti una totale mancanza di informazioni e un atteggiamento di pericolosa irresponsabilità, che mai mi sarei aspettato dalla vicepresidente dell’assemblea legislativa. Prima di tutto va detto che ogni proroga citata dall’esponente di Europa Verde è stata concordata e autorizzata dalla Regione» è la risposta dell’assessore Valerio Melandri alla consigliera di Europa Verde Silvia Zamboni che ha presentato nel merito una mozione regionale.
«Nei lavori pubblici funziona così: il cronoprogramma di un progetto può subire importanti variazioni e ritardi in virtù di fattori esterni che ne rallentano l’esecuzione. Ad esempio due anni di covid, il rialzo dei prezzi delle materie prime e, da ultimo ma non per importanza, l’alluvione. È evidente, quindi, che se i termini del 30 aprile e 31 dicembre 2019 non sono stati rispettati c’è una ragione, e quella ragione è da ricercare in cause ed elementi estranei alla volontà di questa Amministrazione. Per quanto concerne il “cambio” di destinazione d’uso dell’immobile di via Caterina Sforza paventato alla Zamboni, l’assunto da cui partire è il pieno appoggio sia della Soprintendenza di Ravenna che dell’assessorato alla cultura della Regione Emilia-Romagna all’intero percorso di riorganizzazione del sistema museale e bibliotecario di Forlì» insiste l’assessore alla Cultura.
«Cosa che rappresenta motivo di grande orgoglio per qualsiasi ente locale. Un’ultima precisazione riguarda gli accordi intercorsi con l’università di Bologna; all’interno dell’ex asilo Santarelli troveranno spazio sia la nuova biblioteca Ruffilli che il citato museo urbano, in piena armonia col progetto iniziale. Resta, dunque, grande amarezza per le false dichiarazioni della consigliera di Europa Verde, perché la sua interpretazione di bene comune si riassume nel peggiore degli approcci, quello di chi guarda alla politica con interesse di parte, tralasciandone il significato più nobile e primitivo, ovvero quello di più alto e difficile dei servizi» conclude Melandri.