Un generale cerca la scorciatoia per entrare in politica

Generale Roberto Vannacci

Il caso Vannacci mi interessa poco per il contenuto delle affermazioni razziste e discriminatorie, tipiche di una certa mentalità estremista di destra. Cose già accadute e purtroppo destinate a ripetersi. Mi interessa invece riflettere sul possibile disegno di Vannacci, che ha 55 anni e di dirigere l’Istituto Geografico Militare ha evidentemente poca voglia. Il suo libro, autoprodotto, scala le classifiche, approfittando del clamore suscitato dalle polemiche. Grazie ad Amazon, non ha bisogno di costosi distributori. Nello stesso tempo, una quota di opinione pubblica, per ora marginale, si espone per appoggiarlo.

La sua è un’operazione tatticamente perfetta: il generale rischia molto, ma si rende visibile non per la competenza sul campo, ma per il fatto di “dire pane al pane”, intercettando i delusi dalla sterzata moderata della Meloni, addomesticata – secondo loro – da Europa e “poteri forti”. C’è ancora spazio per una destra ancora più estrema, insomma. E infatti Vannacci non ritratta. Cerca la gogna. Forse vuol diventare un simbolo politicamente spendibile. E forse, nell’architettare il colpo di teatro mediatico che ha subito imbarazzato il governo, non è stato solo.

Roberto Balzani

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