«La gestione di un’azienda sanitaria dovrebbe avere l’obiettivo di risolvere i problemi, non di crearne dei nuovi: ma questo assunto non sembra essere condiviso dall’Ausl Romagna che ha privato, senza nessun confronto, i medici di base forlivesi del portale Log80, una soluzione tecnologica più funzionale rispetto agli altri software in utilizzo (progetto Sole e Fascicolo sanitario elettronico), la quale ha il vantaggio di avere in una unica visuale grafica tutti i confronti dei dati diagnostici dell’assistito in tempo reale, senza quindi il bisogno di fare lunghe ricerche semi manuali». Luca Bartolini, dirigente di Fratelli d’Italia Forlì-Cesena, torna sul tema sollevato con una interrogazione in Consiglio regionale dal Consigliere regionale Marta Evangelisti (FdI).
“Log80, lo ricordiamo, è un software made in Forlì, progettato a partire dal 2005 dagli stessi informatici dell’Ausl di Forlì: un applicativo pensato per le esigenze dei medici, che funzionava bene e offriva un servizio impagabile rispetto agli altri software simili – argomenta Bartolini -. Viene da chiedersi perché l’Ausl Romagna abbia smesso di investire su questo software e certamente non regge la risposta d’ufficio data dall’azienda. Se la problematica fosse davvero legata all’applicazione del regolamento generale sulla protezione dei dati, regolamento europeo già in vigore da qualche anno, vorrebbe dire che negli ultimi anni l’Ausl sarebbe stata non in regola e passibile di segnalazioni al garante della privacy, con il rischio di pesantissime sanzioni; in ogni caso, con adeguate lettere di incarico al trattamento dei dati personali, alla luce delle novità contenute dal regolamento generale sulla protezione dei dati il problema sarebbe stato facilmente risolto. La motivazione, quindi, non può che essere politica: a pensare male, da forlivese che si è battuto contro la costituzione della mega Ausl della Romagna, mi verrebbe da dire che se il software fosse stato realizzato nella vecchia Ausl di Ravenna o di Cesena, anziché in quella di Forlì, questo sarebbe ancora utilizzato dai medici e non messo in discussione dalla Direzione Generale».
«In ogni caso, da quanto ci risulta, i medici di medicina generale non hanno un accesso ‘indiscriminato’ alla cartella clinica dei loro pazienti, come sostenuto dall’Ausl Romagna, ma accessi intrinsecamente indispensabili, finalizzati unicamente allo svolgimento corretto della specifica attività loro affidata dai pazienti stessi che li hanno scelti. Oggi un medico ha il dovere di avvalersi di tecnologie e strumenti avanzati per una migliore salvaguardia del proprio assistito e il Portale Log80 soddisfava questa esigenza: non è sostituibile dal FSE e la Cartella Sole spesso ha problemi di funzionamento. Se c’è un problema, tutti gli sforzi devono essere finalizzati alla risoluzione del problema. La soppressione di un servizio primario, che andrebbe altresì potenziato ed esteso, potrebbe infatti generare effetti negativi per i pazienti stessi, oltre a maggiori spese nonché di salute. L’Ausl Romagna ha invece soppresso un servizio primario senza confronto, ignorando la possibilità di una opportuna preliminare riflessione congiunta con i medici di famiglia, finalizzata alla comprensione delle criticità ed alla ricerca delle possibili soluzioni. Il modus operandi è quindi sempre lo stesso – conclude Luca Bartolini – quello di un’azienda che tratta i medici al pari di propri sudditi ai quali imporre con arroganza le proprie decisioni. E di riflesso, a subire i disagi maggiori, sono poi sempre i pazienti. Mi auguro che la Direzione Generale voglia smentire questa mia tesi riaprendo, con un incontro ad hoc, quel necessario dialogo con i medici di base forlivesi al fine di ridare loro uno strumento operativo importantissimo per garantire le migliori diagnosi e cure ai propri pazienti».