«Che le centinaia di migliaia di euro per le luminarie spese ogni anno da questa Amministrazione fossero una indecenza non lo diciamo certo da ora. I 550.000 euro nel 2021 e i quasi 400.000 anno scorso sono stati uno schiaffo a chi aveva bisogno del Comune per riprendere la propria attività economica o dopo aver perso lavoro dopo la crisi del Covid, e infatti abbiamo dimostrato che mentre i cittadini aspettavano i buoni spesa, le cifre per le luci natalizie venivano spese con regolarità. Che non siano servite a far ripartire il commercio del centro storico è un dato di fatto, alla luce delle ripetute chiusure che non si sono né invertite né arrestate» è la risposta di Maria Grazia Creta e Alessandro Ronchi di Europa Verde Forlì sulla proposta di trasferire le spese per le luminarie natalizie ai fondi per gli alluvionati.
«Come se nulla fosse si continuano a autorizzare nuovi centri commerciali in tutto il territorio, aggiungendo colpi su colpi a chi è già stato messo a dura prova. Non appena in centro qualche via si anima a fatica con qualche locale e ristorante, si crea un polo di ristorazione fast food all’ingresso dell’autostrada. Non si dica che i centri storici sono in sofferenza ovunque: in nessuna città come a Forlì si vede ad una tale desertificazione commerciale, o il buio assoluto dei locali chiusi. Ma quest’anno ci sarebbe una ragione in più per ridurre i costi, riutilizzando quanto già realizzato negli anni precedenti e reinvestendo quelle cifre per fare ripartire le aree e le persone colpite dall’alluvione» la critica di Europa Verde si sposta sulla proliferazione dei centri commerciali.
«Il parlamentare leghista Morrone dice che famiglie e imprese devono pazientare, e nel frattempo si continua come se nulla fosse successo a sprecare soldi nelle luminarie. Eppure gli strumenti per cambiare rotta il comune li avrebbe avuti, visto che l’emergenza c’è stata a maggio e che già a inizio giugno invitavamo l’Amministrazione a ripensare alle sue spese già programmate, spese natalizie comprese. Ma l’assessora al Centro Storico Cintorino è inamovibile: quei soldi a suo parere non si possono ridistribuire. A noi non pare normale che si sia deciso di destinare cifre di bilancio così ingenti, senza ripensamenti nemmeno dopo quanto avvenuto con il lockdown e l’alluvione. A differenza di quanto afferma pubblicamente l’assessora con lo strumento dell’accordo quadro non ci sono penali da pagare ma solo un tetto massimo di spesa, che volendo può diventare anche uguale a zero.
Siamo sicuri che una soluzione per far ripartire la città senza lasciare nessuno indietro si possa trovare, basta provare a cercarla» concludono Creta e Ronchi.