Forlì ricorda l’avvocato Bruno Angeletti nel 50° anniversario della scomparsa. A testimoniare riconoscenza ad una delle maggiori figure del Novecento romagnolo è stata una rappresentanza formata dall’assessore Paola Casara, dai nipoti con le loro famiglie, dalle associazioni partigiane Anpi e Fiap e dal personale del Servizio Educativo del Comune di Forlì. Il ricordo simbolico è avvenuto alla Scuola dell’Infanzia di via Pacchioni che porta il suo nome.
Bruno Angeletti era nato in Argentina nel 1893 ma aveva fatto ritorno in Italia in gioventù, tanto da partecipare alla Prima guerra mondiale con i gradi di ufficiale. Di formazione mazziniana e liberale, Angeletti divenne avvocato ed esercitò la professione affiancandola a un impegno politico che fu ben presto stroncato dall’avvento del regime mussoliniano. Durante il ventennio, infatti, Angeletti fu perseguitato, sottoposto a sorveglianza speciale e incarcerato come antifascista legato al mondo repubblicano e socialista di “Giustizia e Libertà”. Il suo impegno mantenne sempre un forte collegamento tra il territorio romagnolo e la dimensione italiana, tanto da essere nominato presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Forlì.
Dopo la Liberazione fu designato anche presidente della Deputazione provinciale fino al settembre 1946 e in quegli anni, su nomina del Partito d’Azione, fece parte della Consulta nazionale, cioè dell’assemblea che lavorò alla preparazione della Costituzione. In città esercitò per decenni un ruolo di leadership ricoprendo ruoli chiave quali la presidenza della Cassa dei Risparmi dal 1955 al 1973. A lui fu affidato per un decennio il ruolo di presidente della Casa di Riposo di via Andrelini. Riflessivo, di poche parole, risoluto, coerente morì il 7 settembre 1973, destinando importanti lasciti testamentari ad istituzioni assistenziali e culturali cittadine.