Organizzata per il Festival del Buon Vivere da Salute e Solidarietà, Centro Studi Donati dell’Ausl Romagna e volontari del costituto gruppo di sostegno Cuamm Romagna, “Sguardi capovolti – L’incontro rovescia i punti di vista” è un viaggio attraverso foto e racconti di medici che hanno messo al centro della loro vita e del loro impegno etico, sociale e professionale, l’incontro e la cura dell’altro, scoprendo che proprio attraverso la conoscenza, il confronto e le relazioni, si creano legami forti e indissolubili che cambiano le persone e il modo di fare Sanità, operando con determinazione per principi etici universali. È questo il tema della mostra fotografica, aperta sino a domenica 1 ottobre 2023 all’Oratorio di San Sebastiano a Forlì in occasione della 14° edizione del Festival del Buon Vivere.
L’esposizione “Sguardi capovolti. L’incontro rovescia i punti di vista”, in connessione ideale con il focus della rassegna di quest’anno, incentrato sulla “Ecologia delle Relazioni” è un racconto che conduce il visitatore a intraprendere un viaggio nelle relazioni umane e nell’incontro con l’altro e che si incentra su immagini tratte dall’archivio storico di “Medici con l’Africa Cuamm”, da oltre 70 anni attiva in 8 Paesi del continente africano – Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centroafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda. Storie di esperienze vissute a contatto e al servizio di popolazione che in troppi casi non hanno possibilità di usufruire di assistenza sanitaria primaria, che dimostrano come sia l’incontro il primo e più importante beneficio che accomuna, arricchisce e cambia realmente la vita non solo di chi è assistito, ma anche di chi assiste.
Come scrive Donata Dalla Riva “medico del Cuamm” impegnata in Tanzania e Mozambico: «Alla base di tutto c’è semplicemente una relazione tra due persone diverse che hanno esperienze diverse e che se condividono i punti di vista, una soluzione nuova la trovano. Riducendo al minimo tutto, la cosa che più mi è rimasta sono le relazioni umane, la relazione con le persone e il cambiamento visto negli occhi di chi hai davanti, determinato proprio dall’incontro. Un cambiamento non solo loro, ma anche mio, anzi soprattutto mio».
Punto di vista privilegiato è quello dei bambini: al centro di numerosi scatti, figli di operatori Cuamm e bambini africani che, con la forza di un sorriso e la semplicità del gioco, sanno andare oltre tutte le barriere e le fatiche degli adulti. Per loro, sono proprio le relazioni di cura degli adulti, le esperienze sociali, i legami interpersonali, il primo e indispensabile “salvavita”. Lo strumento per garantirne lo sviluppo e una possibilità di futuro.
Nel solo 2022 l’organizzazione ha assistito 2.346.915 pazienti, ha effettuato 1.120.664 visite a bambini sotto i 5 anni di età, 410.277 visite prenatali, ha effettuato 11.137 servizi di trasporto per emergenze ostetriche, ha prestato assistenza in 214.970 parti.
I temi sviluppati dall’esposizione sono quelli del viaggio di scoperta, dell’inserimento in una nuova realtà, dello stringersi di nuovi legami, della presa di coscienza di quanto siamo uguali pur nelle diversità e vicini nella distanza. A comporla sono 54 pannelli di una documentazione archivistica che parte con gli inizi degli anni ’50 e arriva fino ai giorni nostri.
a “Sguardi capovolti. L’incontro rovescia i punti di vista” Si apre agli occhi dello spettatore un singolare album fotografico dove si coniugano tradizioni e identità, senso dell’amicizia, momenti di gioco, di festa e di riflessione. I cartelli, posti accanto alle immagini, descrivono la scoperta, lo spiazzamento e l’instaurarsi di relazioni adulte e bambine con nuovi mondi lontani a sud del Sahara. Un tema particolarmente attuale in questo periodo, dove l’emigrazione è al centro delle cronache quotidiane.
La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta sino a domenica 1 ottobre, dalle ore 16,00 alle 22,00. Sabato e domenica, dalle ore 10,00 alle 12,00 e dalle ore 16,00 alle 22.00.