L’Associazione Forlivese per le malattie del fegato (AFMF) dona alla Gastroenteorologia ed Endoscopia Digestiva di Forlì, diretta da Carlo Fabbri, un ecografo palmare wireless completo di tablet. “Si tratta – spiega il dottor Fabbri – di un pratico ecografo formato tascabile, dotato di due sonde, sonda convex e sonda lineare ad alta frequenza, in grado di riprodurre immagini ecografiche di alta qualità e con ottima risoluzione. La donazione rappresenta un’implementazione tecnologica di un progetto iniziato circa cinque anni fa, che ha visto l’unificazione di un servizio di ecografia diagnostica ed interventistica all’interno della U.O. di Gastroenterologia di Forlì-Cesena“.
“Nel 2020 – continua – è stato acquistato un ecografo di ultima generazione dotato, oltre che di una tecnologia di altissimo livello per le immagini B-mode e lo studio ecocolorDoppler, anche di un software per l’ecografia con mezzo di contrasto (CEUS) e per la misurazione non invasiva della fibrosi epatica (elastografia epatica mediante 2D-shear wave).Tale progetto ha coinvolto in un’attività di consulenza specialistica (di durata biennale) Carla Serra, responsabile del programma dipartimentale di ecografia diagnostica ed interventistica del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi (Bologna), una delle maggiori esperte in campo nazionale ed internazionale in questa disciplina. Più recentemente, anche il presidio di Cesena è stato dotato di un ecografo di ultima generazione analogo all’apparecchio di Forlì, provvisto di software per la quantificazione non invasiva della steatosi epatica (UGAP)“.
“Grazie a questo progetto sono presenti oggi, all’U.O., un gruppo di referenti di epatologia e di ecografia che assicurano, oltre alla continuità di presa in carico, un elevato livello professionale, garantito anche da costanti progetti di formazione continua. In particolare si occupano dell’attività ecografica ed epatologica, Carlo Jung, responsabile dell’attività ambulatoriale ecografica, Elisa Liverani, responsabile degli ambulatori epatologici, Luigina Vanessa Alemanni, Giulia Comandini e Alessandro Sartini. L’attività ecografica interna alla U.O. è parte integrante dell’attività ambulatoriale, soprattutto nell’inquadramento diagnostico e nel monitoraggio dei pazienti affetti da patologie gastroenterologiche croniche, quali epatopatici/cirrotici, pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali o con patologie pancreatiche. In particolare, le potenzialità di metodiche di ecografia diagnostica di ultima generazione, unitamente alle competenze di ecografia interventistica (biopsie diffuse e mirate ecoguidate, termoablazione ed alcolizzazione ecoguidata di tumori primitivi epatici) consentono la presa in carico e la gestione del paziente epatopatico dalla diagnosi alla terapia, garantendo un monitoraggio puntuale e con tecnologie all’avanguardia”.
“L’AFMF, nata nel 1996, è da sempre impegnata sul versante della prevenzione delle malattie del fegato, oltre che per migliorare l’assistenza ai malati epatopatici – spiega il presidente Salvatore Ricca Rosellini -. Recentemente avevamo donato all’Unità Operativa di Medicina Interna forlivese il software QEleaxto di Esaote, del valore di oltre seimila euro , utilizzabile per valutare meglio ecograficamente la struttura del fegato, in modo non invasivo. Siamo quindi felici di poter integrare anche la strumentazione diagnostica che l’Unità Operativa di Gastroenterologia mette a disposizione dei pazienti, con uno strumento di grande attualità: un ecografo palmare Vscan Air CL con doppia sonda di General Electric e un tablet Samsung A8, per un valore complessivo di 4.700 euro. Questo piccolo ecografo wireless a batterie può essere utilizzato al letto del paziente, facilitando sia l’approccio diagnostico che operativo ai malati di fegato. È intenzione dell’AFMF proseguire con ulteriori collaborazioni per migliorare, ancor più, la già ottima qualità dell’assistenza verso i pazienti affetti da epatite cronica e da cirrosi epatica“.
“L’ecografo palmare – conclude il dottor Fabbri – troverà largo impiego nell’attività clinica del nostro reparto di degenza, accelerando l’inquadramento diagnostico del paziente, aiutando il clinico nel monitoraggio dell’efficacia della terapia medica, delle procedure interventistiche endoscopiche/radiologiche eseguite, nella gestione di eventuali complicanze. Tutto ciò per garantire ai nostri pazienti un iter diagnostico-terapeutico più snello e puntuale, in un’era in cui la sonda ecografica, al pari della nostra mano, sta diventando strumento integrante nell’esame obiettivo del singolo paziente”.