Una mostra e una conferenza per ricordare Cesare Maioli

Delio Piccioni

La mostra “Omaggio a Cesare Maioli e alla nuova natura” dell’artista forlivese Delio Piccioni (nella foto) rimarrà allestita in alcuni locali dei Musei San Domenico fino a domenica 8 ottobre 2023 e sarà visitabile secondo i seguenti orari: dal lunedì al sabato dalle 9,00 alle 19,00; domenica dalle 9,00 alle 20,00; lunedì 2 ottobre chiuso. In occasione dell’esposizione è stata programmata una visita guidata dallo stesso artista e da Gabriele Zelli per venerdì 29 settembre, alle ore 17,00. Al termine, alle ore 18,00, nei vicini locali dell’Associazione La Còcla di via Andrelini 59, Gabriele Zelli parlerà della figura di Cesare Maioli, al secolo Francesco Antonio Maioli (Forlì, 1º marzo 1746 – 11 gennaio 1823), presbitero e naturalista.

Pietro Zangheri, altro grande naturalista e scienziato forlivese, scrisse che Maioli fu un acuto osservatore della natura tanto che “non v’è angolo d’Italia di cui non si sia interessato con fervore, non v’è palmo di terreno di Romagna di cui non abbia studiato la flora e la fauna, non v’è erba medicinale, specie nei dintorni di Forlì che non abbia attentamente anatomizzato e riprodotta su tavole a colori”.

Maioli ha lasciato in eredità 20.000 pagine di scritti suddivisi in 75 volumi, solamente 5 dei quali sono stati dati alle stampe. Straordinarie sono anche le 6.000 tavole di soggetto naturalistico, conservate nella Biblioteca comunale “Aurelio Saffi” di Forlì, tutte disegnate di suo pugno e colorate con estratti di erbe.

Allo scopo di meglio divulgare la cultura, Maioli si assume anche il compito di promotore ed ordinatore della Biblioteca civica di Forlì sorta a seguito delle leggi per la soppressione delle corporazioni religiose emanate nel 1798 dalla Repubblica cisalpina. La concentrazione presso l’Amministrazione municipale forlivese del patrimonio librario proveniente dai locali monasteri, conventi e scuole indusse difatti all’apertura di una prima istituzione culturale incaricata di gestire l’ingente lascito. Oltre che dai manoscritti e dai corali provenienti dall’abbazia di San Mercuriale e dal convento di San Domenico, la dotazione della Biblioteca civica inizialmente era costituita anche dalla raccolta di testi giuridici del conte Marco Antonio Albicini.

Il primo direttore della Biblioteca fu l’avvocato Giuseppe Giudici, cui successe nel 1801 l’abate Melchiorre Missirini (poi segretario e biografo dello scultore Antonio Canova). A dare però un primo ordinamento al complesso bibliografico fu proprio padre Cesare Maioli, che la diresse tra il 1811 e il 1812.

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