Forlimpopoli si prepara a rendere omaggio a Mario Bertozzi con una grande mostra diffusa che per quasi due mesi (dal 7 ottobre al 3 dicembre) permetterà di ammirare una gran parte della vasta produzione dell’artista forlimpopolese. L’evento, ideato e coordinato da Rodolfo Bertozzi, partirà sabato 7 ottobre 2023 con l’inaugurazione delle esposizioni allestite in tre spazi: il MAF – Museo Archeologico “Tobia Aldini”, la galleria “A casa di Paola” e Casa Bertozzi. Taglio del nastro alle ore 16,30 al MAF alla presenza della sindaca Milena Garavini e del critico e storico dell’arte Alessandro Porri, per poi spostarsi nelle altre due sedi.
In particolare, il MAF ospiterà “Il Segno e la Forma”, un’antologia di opere scultoree e pittoriche (in parte provenienti da collezioni private) di Mario Bertozzi, in un meditato dialogo con le collezioni antiche del Museo. L’evento acquista un carattere fortemente emozionale se si pensa che Bertozzi, con le sue opere, ritorna dopo quasi 80 anni in quegli spazi della rocca Albornoz che lo accolsero da giovanissimo e che furono testimoni della realizzazione della “Libertà”, sua prima scultura monumentale, ancora oggi collocata a guardia della Torre dell’acquedotto di Forlimpopoli.
Nella galleria “A casa di Paola”, che in passato ha ospitato numerose personali dedicata a Mario Bertozzi, troveranno sede altre opere. Infine, a Casa Bertozzi sarà presentato il murale “Passioni” realizzato dall’artista Daniele Tamburro.
La settimana successiva apriranno i battenti altre due sezioni della mostra, collocate rispettivamente nella sala mostre comunale di piazza Fratti – che sarà intitolata per l’occasione alo stesso Bertozzi – con le opere con le quali 31 artisti hanno voluto rendere omaggio all’illustre collega, e nel ristorante di Casa Artusi, dove saranno esposti disegni e opere di grafica.
“A due anni dalla morte di Mario Bertozzi, avvenuta il 26 novembre 2020 – sottolineano la sindaca Milena Garavini e l’assessore alla Cultura Paolo Rambelli – siamo felici di aver sostenuto questo importante evento espositivo, che vuole rimarcare lo stretto legame Forlimpopoli e questo suo illustre figlio, ricordandone l’eclettica forza espressiva e il ruolo che ha ricoperto nella vita cittadina. Bertozzi scelse di rimanere lontano dalle grandi città e quindi dai circuiti artistici che gli avrebbero potuto garantire maggior fortuna (anche economica) per non separarsi dalla sua terra, nel senso più materiale del termine, quella dei campi attorno a casa, con cui cominciò a plasmare fin da bambino oggetti e figure.
Un legame necessario, una radice che trapiantata altrove non avrebbe potuto dare gli stessi frutti, e che ha finito con l’essere altrettanto necessario per la città di Forlimpopoli, che a Bertozzi ha affidato il compito di rappresentarla nei suoi momenti storici più rilevanti così come nei suoi aspetti identitari, dal monumento alla Liberazione eretto sulla torre dell’Acquedotto nel 1946 fino alla statua di Artusi del 2008, passando per il rilievo dedicato ai caduti per la chiesina di S. Andrea in Rossano e per i busti volti a celebrare le figure che hanno animato, nei diversi campi della politica, della scienze e della cultura, la nostra città, come il Passatore, Ugo la Malfa e Gaetano Morelli.
Indimenticabile, poi, la generosità con cui si metteva a disposizione come formatore, sia nelle scuole pubbliche che nel suo atelier, e il suo ruolo di animatore della vita culturale cittadina. L’Amministrazione non poteva quindi riservargli “monumento” più appropriato dell’intitolargli la sala mostra nella corte della Rocca, non un’opera figurativa, ma un luogo di incontro, uno spazio in cui fare e dibattere d’arte, in cui sviluppare e realizzare progetti, come capitava di fare con lui ogni volta che lo si incrociava per le vie del Centro”.
Mario Bertozzi nato e cresciuto a Forlimpopoli, ha sempre amato definirsi l’ultimo dei romagnoli, per il suo essere così sanguigno ed estroverso e per il fortissimo legame che lo univa alla sua terra e al suo paese. Per informazioni Rodolfo 3356214622.