Sabato 7 ottobre si è tenuta la “Convention dei Volontari dell’Istituto Oncologico Romagnolo”, tradizionale appuntamento in cui viene valorizzata l’attività quotidiana che gratuitamente e in maniera assolutamente altruistica portano avanti quelle 700 e più persone che rappresentano il cuore pulsante e il motore della organizzazione no-profit fondata nel 1979 dal professore Dino Amadori.
L’iniziativa, tuttavia, grazie agli interventi di relatori esperti in materia, è sempre utile anche per dare un’occhiata al futuro prossimo dell’oncologia attraverso un focus sugli studi più promettenti portati avanti oggigiorno nonché per fare il punto sullo stato dell’arte della lotta ai tumori sul nostro territorio. Particolarmente interessante è stato, da quest’ultimo punto di vista, la relazione portata sul palco della Fiera di Cesena da Fabio Falcini direttore del Dipartimento Oncoematologico dell’Ausl Romagna e responsabile del Registro Tumori, che ha mostrato i dati di incidenza e sopravvivenza riguardanti le principali neoplasie all’interno delle nostre province. Visto che il mese d’ottobre è stato battezzato già da anni come momento dell’anno dedicato particolarmente alla prevenzione e alla sensibilizzazione intorno alle problematiche del cancro al seno, l’occasione è stata utile per un focus sulla neoplasia che colpisce maggiormente le donne di ogni fascia d’età.
«I tassi di adesione agli screening in Romagna sono del 78%: da quando è stato introdotto, questo test ha ridotto del 56% la mortalità tra chi vi si sottopone – ha spiegato il dottor Falcini – di quelle che aderiscono viene richiamata una donna su 327 nella fascia d’età tra i 45 e i 49 anni; una ogni 174 tra i 50 e i 69 anni; e una ogni 94 tra i 70 e i 74 anni. Questo non significa che chiunque venga richiamata presenta un tumore, ma semplicemente che vengono identificate problematiche che devono essere approfondite. Grazie a questi programmi l’incidenza delle patologie in fase avanzata si è ridotta del 26%: e ben sappiamo quanto la diagnosi precoce faccia la differenza non solo in termini di sopravvivenza, ma anche di impatto delle terapie per la qualità di vita della paziente. Il tasso standardizzato di incidenza rispetto alla media regionale è in generale più basso, tranne che per la provincia di Ravenna: la mortalità, in confronto alla media dell’Emilia-Romagna, è più bassa per tutte le province. Il dato molto incoraggiante è quello relativo alla sopravvivenza, che va dal 90% al 93% sia per Rimini che per Forlì-Cesena che per Ravenna: questo significa che le nostre tre Breast Unit lavorano in maniera omogenea e con standard elevatissimi. Attualmente sono poco più di 9000 le donne che stanno seguendo un percorso di cura per tumore alla mammella a dieci anni in Romagna».
Al termine dell’intervento è stata anche presentata l’iniziativa che l’Istituto Oncologico Romagnolo mette in campo per il mese di ottobre, denominata “La prevenzione sta bene a tutte”. Si tratta di un braccialetto dal cordino magenta, realizzato in collaborazione con Caleidoscopio Forlì, da indossare al polso per dare un segnale di consapevolezza sulla tematica del carcinoma mammario e di vicinanza a tutte le donne colpite da questa problematica. Il gadget sarà in distribuzione gratuita per tutto il mese di ottobre nelle sedi IOR del territorio romagnolo. Per chiunque decida di aderire il braccialetto viene consegnato in una busta con all’interno un cartoncino attraverso cui scaricare, tramite QR Code, la guida alla prevenzione dei tumori femminili realizzata in collaborazione con Lucia Bedei della Prevenzione Oncologica dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì.
«Si tratta di un piccolo dono rivolto a tutti, anche agli uomini ovviamente: il tema della tutela della salute non conosce genere, è universale, ed essere consapevoli delle possibilità e delle abitudini di prevenzione è la prima e più importante arma che abbiamo per minimizzare il rischio di cancro – ha spiegato sempre sul palco della “Convention dei Volontari” il direttore generale IOR Fabrizio Miserocchi – come tante associazioni abbiamo deciso di impegnarci in maniera decisa in occasione del mese della prevenzione del tumore che colpisce maggiormente le donne di ogni fascia d’età. Il braccialetto è un simbolo, ma ovviamente lo scopo ancora più importante dell’iniziativa è che le persone scarichino la guida realizzata in collaborazione con la dott.ssa Bedei, piena di tante informazioni utili e che vanno al di là delle canoniche pratiche maggiormente conosciute: e d’altronde, sebbene l’autopalpazione sia un’abitudine piuttosto diffusa nella popolazione femminile, non è scontato conoscere come svolgerla correttamente. L’auspicio è far diventare la prevenzione del tumore al seno “virale”: il progetto viaggerà anche sui nostri social tramite alcuni testimonial che hanno aderito, ma speriamo che chiunque indossi il braccialetto avrà l’accortezza di pubblicare un bel selfie sui propri profili per mostrare la propria sensibilità e spingere quante più persone possibili ad informarsi tramite la condivisione di questa piccola, ma significativa, iniziativa».