PD, M5S e F&C.: “Da Bongiorno parole inaccettabili e incompatibili con il suo ruolo di amministratore di una società pubblica”

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Sono parole gravi ed inaccettabili quelle pronunciate da Vincenzo Bongiorno, amministratore unico di FMI e coordinatore di Fratelli d’Italia, che ha attaccato la scelta della Camera di commercio di Forlì-Cesena e Rimini di adottare forme lessicali inclusive nell’ambito di un bando per l’istituzione di borse di studio a favore di giovani studenti” – esordiscono così, in un comunicato congiunto, i gruppi consiliari PD, M5S e Forlì&Co.

Al contrario di quello che afferma Bongiorno – proseguono i consiglieri comunali – l’inclusività non è di certo una ideologia, ma anzi un dovere, una necessità etica, un bisogno che chi amministra la cosa pubblica deve perseguire e praticare in ogni campo, anche quello lessicale: questo ci insegnano le nuove generazioni e bene ha fatto la Camera di Commercio, proprio rivolgendosi ai giovani, a scegliere di utilizzare il simbolo che parifica i generi, con la consapevolezza che tutti coloro che comunicano hanno una grande responsabilità, ivi compresa quella di fare sentire qualsiasi destinatario incluso nel messaggio”.

Se infatti è vero che il tema di un linguaggio realmente inclusivo è complesso e non si adatta alla polemica politica spiccia, è altrettanto certo che la lingua non è qualcosa di statico e immutabile, ma qualcosa che sempre si è modificato con le trasformazioni della società. Il tema non è quindi quello di affermare una ideologia attraverso un nuovo linguaggio, ma di prendere atto che oggi la società è caratterizzata da una pluralità di identità e soggettività e che, coerentemente, anche la lingua si fa diversificata e plurale“.

Quanto a Bongiorno, le sue dichiarazioni sono particolarmente inopportune in ragione del suo ruolo di amministratore unico di FMI, la società partecipata che si occupa del trasporto pubblico e scolastico nel territorio forlivese, che non può in alcun modo discostarsi da principi rigorosi di inclusione e solidarietà, tanto nel suo rapporto con i dipendenti quanto con gli utenti del servizio pubblico. Se da una parte infatti è giusto aspettarsi che chi ricopre ruoli enti pubblici misuri al massimo le proprie esternazioni e critiche nei confronti di altre istituzioni, dall’altra non si può tacere la gravità di una sovrapposizione senza precedenti a fronte di parole che, a tutti gli effetti, risuonano come una inaccettabile censura di partito a una istituzione”.

Ci chiediamo infine – concludono i gruppi consiliari – per quanto tempo ancora il sindaco Zattini continuerà ad eludere la questione, legittimando una situazione di totale incompatibilità fra i due incarichi detenuti da Bongiorno che si fa di giorno in giorno più palese e inaccettabile agli occhi dei cittadini”.

Al comunicato dei gruppi consiliari di minoranza si associa anche la segretaria del PD Forlivese Gessica Allegni, che definisce “sconcertanti e fuori dal tempo le affermazioni di Bongiorno”, osservando che “l’iniziativa della Camera di Commercio è di per sé lodevole, come lo è la scelta di utilizzare il linguaggio inclusivo, ormai conosciuto e diffuso tra le giovani generazioni, che evidentemente non vivono nel medioevo descritto da Fratelli d’Italia e in cui forse i due esponenti della destra locale vorrebbero farci tornare”.

Sarebbe ridicola, questa polemica – prosegue Allegni – se non fossero gravi le ragioni che la animano. Una sottocultura di destra, fortemente discriminatoria e questa sì, ideologica, che nella contestazione all’utilizzo di particolare segno grafico (che può piacere o meno) si svela in tutta la sua refrattarietà al riconoscimento delle diversità, della libertà delle persone di essere riconosciute per ciò che sono e si sentono, al di fuori di schemi vecchi e precostituiti”.

Tanto più grave che tali affermazioni arrivino da chi è a capo di una importante società partecipata come FMI: ancora una volta siamo di fronte a una ulteriore dimostrazione di come la destra intenda il governo della città e il rapporto coi cittadini, di certo non arretreremo di fronte a questa pericolosa deriva culturale”.

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