Gli effetti dell’orrenda strage di Gaza – chiunque sia stato – sono ormai psicologicamente irreversibili. Il quadro ricorda il 1914: a un grave attentato l’Austria non replica subito, ma temporeggia per un mese (non sa dove colpire), mentre le cancellerie tentano una soluzione, poi si schierano da una parte e dall’altra, provocando un’escalation del conflitto.
Quando l’Austria manda l’ultimatum alla Serbia, riceve una risposta equivoca. Ma gli spazi di trattativa si sono nel frattempo azzerati. Anche oggi un equilibrio sembra impossibile, perché una tregua implica un minimo di soddisfazione per entrambe le parti. Ipotesi per ora remota. Si potrebbe partire dall’ironico suggerimento dei democratici israeliani: “Hamas, scambia gli ostaggi con Netanyahu. Te lo diamo volentieri”.
Roberto Balzani