Cia Romagna: anno disastroso per la frutticoltura, continuano a calare le imprese agricole

Pesco pesche

“Ricostruiamo il futuro dell’agricoltura romagnola”: questo il tema dell’edizione 2023 dell’Annata Agraria di Cia-Agricoltori Italiani Romagna, presentata venerdì scorso nel corso dell’annuale convegno che fotografa l’andamento complessivo del comparto agricolo per l’anno in corso. Da anni l’agricoltura sta vivendo una fase drammatica e il 2023, nell’ultimo decennio, è stato paradossale: da un lato l’anomalia delle piogge (con le disastrose alluvioni di maggio e le frane in collina) e gelate primaverili e, dall’altro, siccità e temperature sopra le medie prolungate nel tempo. Alle crisi climatiche e fitosanitarie si aggiungono l’inflazione, gli alti costi di produzione, le tensioni internazionali.

La flessione delle imprese agricole in Romagna risulta superiore a quella del 2022 e pressoché tutti i settori e le produzioni risultano compromessi. L’economia romagnola vale il 2,2% del Pil nazionale in termini di produzione e di contribuzione. Rimettere in piedi il territorio romagnolo, con interventi sostanziosi e rapidi, è un investimento non un costo: prima ripartiranno tutte le attività produttive, come quelle legate al settore agricolo, meglio sarà per tutta l’economia italiana.

Al 30 settembre, in provincia di Forlì-Cesena, l’agricoltura conta 5.970 imprese attive (16,7% delle imprese totali provinciali e 11,5% delle imprese agricole regionali); rispetto al 30/09/22 si registra un calo del 3,1% (Emilia-Romagna: -2,4%, Italia: -2,7%), che corrisponde, in termini unitari, a -192 imprese agricole. Le imprese femminili agricole sono 1.206 (-49 unità rispetto ai 12 mesi precedenti), il 16,2% delle imprese femminili e il 20,2% delle imprese del settore. Le imprese giovanili agricole sono 212 (-6 unità rispetto ai 12 mesi precedenti), l’8,9% delle imprese giovanili e il 3,6% delle imprese del settore.
Nel 2022 gli occupati in agricoltura in provincia di Forlì-Cesena erano risultati complessivamente 13.258. Il settore impiega il 7,5% degli occupati totali provinciali (il 3,3% a livello regionale e il 3,8% a livello nazionale) mentre nel 2021 l’incidenza era pari al 7,2%; rispetto all’anno precedente si rileva un incremento annuo degli occupati agricoli del 6,0%.

Anno drammatico per la frutta, da sempre vocazione del territorio forlivese e cesenate. Le percentuali di perdite per la maggior parte delle colture si equivalgono a quelle del 2020, uno degli anni più nefasti per il comparto, ma per alcune il 2023 è anche peggio. Oltre poi alle perdite di produzione e ai mancati incassi relativi, nel 2023 pesano i danni a impianti, strutture, attrezzature e mezzi. Dal 2020 le colture non hanno più raggiunto il loro potenziale produttivo medio. Nel 2023 il calo produttivo medio è drastico anche perché, anche a causa dei noti eventi meteo, interessa praticamente tutte le colture: a Forlì-Cesena crollano in particolare il ciliegio (-80% la produzione, -80% la resa), le pesche (-41% produzione, -34% rese) le nettarine (-34% produzione, -33% rese), le pere (-51% di produzione). Le fragole registrano rese inferiori al 2020 sia in campo sia in serra; la produzione in campo segna -35%; -12% la produzione in serra. Critico anche il susino, con -15% di resa media e -17% di produzione. Per l’albicocco si registra un -3% di produzione, tenendo conto comunque che si tratta di una coltura le cui superfici sono in generale calo.
Sul fronte dei prezzi all’origine, anche laddove si prevedono andamenti leggermente migliori rispetto al 2022, resta la carenza o mancanza di prodotto.

Fra le peggiori annate dell’ultimo decennio, per l’olivo l’attesa è di una campagna con il 70% di prodotto in meno in Romagna in linea con le previsioni a livello regionale: anche nel forlivese e cesenate la raccolta di olive è meno di un terzo rispetto al 2022. Pure la resa media è stimata in meno di un terzo del 2022, dato più basso dal 2018: 7,6q.li/ha a fronte dei 23 del 2022. Le aspettative della resa in olio sono attese nella media. Per le olive Dop la previsione è di una raccolta in calo del 50% sul 2022, con resa nella media.

Pur nelle differenziazioni degli areali per la Romagna il dato complessivo del vitivinicolo sembra essere meno drammatico di come si preannunciava: la sofferenza degli impianti per alluvioni e frane c’è, in particolare nel forlivese-cesenate dove la produzione di uva e di ettolitri di vino ha subito una diminuzione. La produzione media in quintali di uva da vino scende del 4,16%; gli ettolitri calano di circa 8%. La resa media complessiva è in calo del 12% (nei bianchi ad esempio -15% per Trebbiano e Chardonnay; nei rossi -10% per Sangiovese).

Anche per il comparto zootecnico l’andamento del 2023 è stato drammaticamente condizionato dagli eventi atmosferici di maggio. In particolare numero di allevamenti di bovini da carne risulta in calo del 9% rispetto al 2022 a Forlì-Cesena, che resta comunque la provincia con il maggior numero di capi (oltre 10.700). Circa i bovini da latte, i capi calano drasticamente in provincia di Forlì-Cesena (-16%).

Per distribuzione di imprese biologiche in regione la provincia di Forlì-Cesena è al secondo posto con 1.039 imprese. Quasi un’azienda agricola biologica su due conduce anche un allevamento e nel 50% dei casi si tratta di un allevamento biologico (954 su 2049); le province che si contendono il primato per la maggiore vocazione zootecnica biologica sono Piacenza e Forlì-Cesena. Per superficie agricola condotta con metodo biologico la provincia di Forlì Cesena è al quarto posto in regione.

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