«Le Associazioni del territorio Forlivese a fronte del vortice di abomini che si sta perpetrando in Palestina condannano ogni forma di oppressione e di violenza e chiedono l’immediato cessate il fuoco. L’attacco efferato di Hamas, che ha provocato tra la popolazione israeliana 1.200 morti accertati, fra cui 31 bambini e il rapimento di circa 239 civili ha causato l’efferata reazione di Israele che ad oggi ha provocato 6800 dispersi e la morte di oltre 14.000 palestinesi, di cui 6000 sono bambini. L’assedio della striscia di Gaza è totale, il 70% della popolazione è sfollata, sottoposta a continui bombardamenti e lasciata senza luce, acqua, cure sanitarie e cibo. Contemporaneamente, in Cisgiordania vige lo stato d’assedio, i cittadini palestinesi sono privati della libertà di movimento e il numero di palestinesi arrestati è arrivato a più di 2.900, tra cui 40 reporter, 200 bambini, tutti in detenzione amministrativa che consente l’arresto senza nessun capo d’accusa.
Quello che sta succedendo in Palestina è di fatto un genocidio, ma non è iniziato tutto il 7 ottobre 2023: la pulizia etnica del popolo palestinese va avanti inesorabilmente da 75 anni, è una Nakba permanente. Per questo non possiamo voltarci dall’altra parte, per questo dobbiamo continuare a mobilitarci per il diritto del popolo palestinese e del popolo israeliano di poter vivere in pace. Tuttavia, non può esistere pace senza giustizia. Infatti, il diritto internazionale condanna le forme di oppressione esercitate attraverso la colonizzazione e l’occupazione militare e civile dei territori palestinesi, promuovendo la formula “due Popoli, due Stati”.
Chiediamo che cessi ogni tipo di collaborazione economica, militare e tecnologica con lo Stato israeliano fino a che si protrarrà l’occupazione illegale, militare e coloniale del territorio palestinese. Ribadiamo che il massiccio impiego di investimenti diretti agli armamenti non sostiene affatto la pace, ma piuttosto la prosecuzione di violenza e sofferenza per la popolazione civile totalmente inerme. Ciò costituisce elemento di grave responsabilità e complicità dei paesi occidentali.
Esprimiamo sconforto nel vedere costantemente strumentalizzata la grave vicenda in atto e ci aspettiamo che oltre alla condanna per l’attacco del 7 ottobre si manifesti dalle forze politiche, dal Governo e dalle Amministrazioni Locali, una condanna unanime per il massacro di civili palestinesi. In particolare, il Comune di Forlì ha osservato un minuto di silenzio per le vittime israeliane ed esposto la loro bandiera, perciò chiediamo che lo stesso trattamento venga riservato al popolo palestinese.
Di fronte ai rigurgiti antisemiti e islamofobi, condanniamo ogni forma di antisemitismo, islamofobia e razzismo, unendo la nostra protesta a quella di tante persone, anche di fede ebraica, che manifestano insieme per la pace in tante piazze del mondo. Chiamiamo una manifestazione per domenica 26 novembre, condivisa tra le varie organizzazioni, i movimenti e le singole persone del territorio che hanno a cuore la pace, la giustizia e la convivenza tra i popoli. Il ritrovo sarà a Forlì alle 15,00 nel Piazzale Igino Lega (il parcheggio di fronte ai campetti da basket dell’università).
Promotrici: Avenida Matta, Cambiare Rotta, Centro per la Pace Forlì, Cgil Forlì-Cesena, Forlì Città Aperta, Station to Station.
Adesioni: Anpi Forli, Anpi Forli-Cesena, Arci Romagna Cesena Rimini, Associazione Culturale Un Filo Rosso, Associazione La Parola, Associazione Luciano Lama, Associazione Essere Con, Associazione Tamkin per donne Marocchine, Associazione Voce Donna, Centro Pace Cesena, Emergency di Forli-Cesena, Faisons La Paix, Federconsumatori Forlì-Cesena, Fondazione Guineana d’Italia, Forum delle donne di Forlì, Fridays For Future Forlì, Legambiente Forlì-Cesena, Libera Forlì Cesena, Life Onlus, Lvia Forlì, Operazione Colomba, Parents For Future Forlì, Rea collettivo di genere Forli, Tavolo Permanente delle Associazioni contro la violenza alle donne di Forlì, Udi Forlì, Udu Forlì, Un Secco No.