«L’alluvione del 16 maggio ha fatto straripare 23 fiumi in Romagna e come tutti sanno ha provocato vittime, ingenti danni, distrutto abitazioni e posti di lavoro. Ben 32 archivi e biblioteche sono andati sott’acqua e sono stati sommersi dal fango. I due siti maggiormente colpiti per l’importanza dei libri e dei documenti che vi erano contenuti sono stati l’archivio di Forlì e l’antica biblioteca del seminario vescovile. Nella biblioteca del Seminario sono finiti sotto l’acqua e il fango 150.000 libri, molti dei quali antichi e assai preziosi, mentre nell’archivio comunale sono stati alluvionati beni archivistici comunali, fra cui le pratiche edilizie della città, 65.000 libri della Biblioteca comunale “Aurelio Saffi” e beni del patrimonio storico-artistico museale.
Gran parte di quei beni è andata irrimediabilmente perduta, nonostante gli sforzi volti a salvarli. Nel solo archivio e deposito comunale sono stati danneggiati e destinati all’inceneritore il 59% dei 65.000 volumi e periodici ivi depositati e 3000 metri lineari di documenti, corrispondenti a ben 310,8 tonnellate. Anche ciò che si è salvato dovrà essere sottoposto, nella maggior parte dei casi, a un lungo e complesso restauro per il quale serviranno ingenti risorse. Dopo questa esperienza ci si sarebbe aspettati che nei locali sotterranei fosse escluso per sempre l’utilizzo a biblioteca, archivi, depositi o esposizione di beni culturali.
Non è così proprio in una delle città maggiormente colpite, Forlì, dove sono stati approvati, con il parere favorevole delle Soprintendenza, progetti che prevedono la collocazione dei libri della biblioteca, in tutto 125.000 volumi, nei sotterranei di due edifici. E non da ultimo sono state annunciate sulla stampa l’approvazione e l’aggiudicazione dei lavori di completamento di un edificio storico, il San Domenico, con la realizzazione del lato mancante del secondo chiostro, prevedendo che nei sotterranei trovi posto il museo archeologico, chiuso da oltre 25 anni. A nulla sono valsi gli inviti fatti da Italia Nostra per l’annullamento in autotutela delle autorizzazioni rilasciate: le Soprintendenze interessate hanno ritenuto di non dover procedere.
È necessario fermare queste offese all’impegno di tutti i volontari e dei componenti le squadre di soccorso che per oltre due mesi con abnegazione e generosità hanno operato per salvare beni della nostra collettività. Ci appelliamo dunque alla Amministrazione perché modifichi i propri progetti evitando di inserire biblioteche e musei nei sotterranei dei propri edifici e chiediamo alle diverse Soprintendenze, che hanno dato il loro assenso, di ritornare sui propri passi e di revocare le autorizzazioni date».
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