“Con la mobilità concessa dall’Unione dei Comuni ad un numero cospicuo di operatori di polizia locale esperti e formati la situazione degli operatori rimasti da gravissima è diventata assolutamente insostenibile per quanto riguarda i carichi di lavoro gravanti su un organico più che dimezzato rispetto alle necessità che un territorio così vasto comporta. Il personale neoassunto non è stato ancora totalmente formato ma viene impiegato per servizi ad alta professionalità come il rilievo dei sinistri e tutto ciò si riflette sulla sicurezza dei lavoratori esterni che oltre a trovarsi ad operare in molti contesti ordinari da soli lo fanno anche in servizi più complessi come ad esempio il servizio di autovelox dove si dovrebbe operare almeno in due operatori”: a formalizzare, nero su bianco, con un comunicato, la denuncia è Delmo Crociani, segretario regionale Ugl autonomie locali.
“Di fronte alla fuga massiccia di agenti della polizia locale con esperienza il vertice del Comando e l’Unione stessa non si è convinta a risolvere il problema delle carenze organizzative e di personale, ma, piuttosto, s’è risolta ad architettare l’istituzione di un provvedimento del tutto artificiale, quale l’attivazione di un centralino con un numero unico che devia le chiamate alle pattuglie in esterna, già oberate da compiti gravosi su un territorio vastissimo rispetto la loro numericamente esigua presenza”: spiega ancora Delmo Crociani.
“La cosa gravissima di questa situazione è che questo semplice risponditore automatico (con numero unico per tutta l’Unione) è stato spacciato all’opinione pubblica e alle forze di polizia come ‘Centrale operativa della Polizia locale dell’Unione’, con tanto di divulgazione sui social e sui mass media. In realtà, la Centrale operativa non esiste e non può esistere per mancanza di personale in forma stabile per i 2 turni o anche uno solo turno di lavoro, e per mancanza di standard minimi qualitativi richiesti, quali ad esempio: un collegamento tramite rete alle banche dati degli enti di appartenenza (i 14 Comuni), un sistema informatico di presa in carico e gestione informatizzazione delle segnalazioni dei cittadini, di carte orografiche e toponomastiche riguardanti tutto il territorio di competenza, di dispositivi atti a consentire una funzionalità minima in caso di black out elettrico per almeno 6 ore”: elenca nel dettaglio le cose che mancano al sistema il sindacalista di Ugl autonomie locali dell’Emilia-Romagna.
“Il fatto di aver millantato alle altre forze dell’ordine e alla centrale del 118 l’esistenza di una ‘Centrale operativa della Polizia locale dell’Unione’ ha avuto la conseguenza che nella giornata dell’11 novembre scorso il personale assegnato al presidio di Bertinoro su specifico invito da parte della centrale dei carabinieri (le cui pattuglie si sono succedute nell’arco orario necessario per rilievi di sola viabilità) ha rilevato fuori centro abitato un sinistro mortale. La pattuglia era composta da un assistente capo e da due agenti neoassunti che non hanno ancora ricevuto la necessaria, e prevista per legge, formazione. Come è possibile che sia accaduto questo? Chi se ne assume la responsabilità?”: le domande poste da Delmo Crociani.
“Questa situazione è da risolvere assolutamente. Deve finire al più presto. La sicurezza stessa dei lavoratori da ogni punto di vista è in gioco. Gli stessi agenti della Polizia Locale si trovano ad operare in molti casi senza la presenza in servizio di un funzionario. L’Unione dei Comuni, nel capitolo sicurezza, così come viene gestita s’è dimostrata un fallimento. Il disservizio per il cittadino e la mancanza di pattuglie sul territorio è sempre più marcata. E di questo passo altri operatori migreranno verso altri enti. E chi resta? Quanti altri rischi dovrà assumersi ogni giorno?”: conclude la nota del segretario regionale Ugl autonomie locali Delmo Crociani.